“Forse quel vecchio, dietro il bancone. Non ne sono ancora sicuro.” “Appena arriviamo in città ci prendiamo il giornale.” “Ci penseremo più tardi, adesso levati quegli occhiali che sembri un coglione.” La macchina era rimasta per fortuna dove l’avevamo lasciata, parcheggiata di sbieco sotto gli ulivi, coperta di foglie cadute, di polvere e di merda d’uccello rappresa. Dentro il bagagliaio, la valigetta era immobile e pulita. Un rettangolo lucido con un semplice profilo d’acciaio. “La vuoi aprire qui?” mi disse Palla di Fuoco, che era rimasto alle mie spalle, a qualche passo di distanza. Aveva una mano sul fianco e l’altra in tasca, a giocare come sempre con la pistola. “Perché, non dovrei?” “Potrebbe esserci qualcosa di volatile e siamo all’aperto.” “Qualcosa di volatile? Che cazzo