Lo scassinatore che amava le banche
La porta d'ingresso era chiusa a chiave. Quella che collegava la saletta con il resto dell'ufficio era spalancata. In quella stanza privata di un ufficio della City erano seduti tre uomini. Attorno a un tavolo parlavano a bassa voce, mentre mangiavano un pasto frugale ordinato a un ristorante vicino. George Wallis parlava con un'autorità che tradiva la sua posizione dominante rispetto agli altri. Aveva più o meno quarant'anni, robusto, altezza media. Nessun segno particolare, a parte un paio di baffetti e delle folte sopracciglia che gli conferivano un'aria piuttosto sinistra. I suoi occhi erano pigri e stanchi e la sua mascella squadrata rivelava la sua immensa determinazione. Le sue mani piccole e forti giocherellavano con una penna: erano le mani di
