VI. IL “VECCHIO FORSYTE” E IL “VECCHIO MONT”Mentre s’allontanava turbata e perplessa, Fleur quasi urtò, senza avvedersene, una figura anche troppo famigliare, immobile dinanzi a un quadro di Alma Tadema, perduta in una specie di ansietà grigia, quasi meditasse sull’instabilità dei valori di scambio. «Babbo! Tu qui, in città? Vieni con me a pranzo, devo tornare a casa subito». Agganciandosi al suo braccio, e cercando di tenersi tra il padre e la figura di Eva, lo condusse via, pensando: “Ci avrà visti? E possibile che ci abbia visti?”. «Sei abbastanza coperta?» borbottò Soames. «Ma sì, fin troppo!» «È quel che dite sempre voi donne. Tira il vento dell’est e tu hai il collo nudo! Già, ma secondo te io non posso sapere…» «Certo, caro, ma basta che sappia io». Gli occhi grigi l’avvolser