Presentazione dell’operaLa collana Aurora si propone di recuperare classici ormai dimenticati e introvabili della letteratura italiana e internazionale, con un breve apparato critico di approfondimento.
Tre anni dopo aver chiuso con To Let la saga originaria dei Forsyte, John Galsworthy mise mano a una seconda trilogia – intitolata originariamente “A Modern Comedy” – dedicata alla nuova generazione di Forsyte.
Si ricorderà infatti che l’ultimo volume della prima trilogia vedeva tra i protagonisti Jon e Fleur, ovvero i figli rispettivamente del giovane Jolyon e di Soames. Uniti da una passione travolgente, ma separati irrimediabilmente dalla scoperta dei segreti di famiglia: che Soames, cioè, era stato il primo marito di Irene, la madre di Jon, e che aveva da lei divorziato perdipiù dopo averle usato violenza. Il volume si concludeva con la partenza di Jon, la morte di Jolyon e in generale con la fine di un’epoca.
All’inizio de La Scimmia Bianca sono passati solo pochi mesi da quegli eventi, ma sembra essere trascorso molto più tempo. Fleur, che dopo la partenza di Jon ha subito accettato la corte di Michael Mont, ora è sposata con il giovane figlio di Sir Lawrence e ha aperto la sua casa ai più disparati artisti. Il suo cuore però non appartiene al marito, né ad altri, e questo la spinge alla continua ricerca di qualcosa che neanche lei sa individuare.
A fare da trait d’union tra le generazioni è sempre l’inossidabile Soames. Mai come in questo romanzo Galsworthy esprime tutta la sua simpatia per un personaggio che, a vederlo sotto altre luci, sarebbe respingente se non odioso. Ma è l’ultimo rappresentante di un’epoca, una specie di alieno nella Londra gaudente del 1922, e questo lo rende forse il più umano di tutti, specialmente quando è la sua onorabilità a essere messa in gioco. E la scena, sul finire del romanzo, dell’assemblea di azionisti con tanto di processo sommario agli amministratori è una lucidissima quanto attualissima satira sociale.
Alle vicende dei Forsyte, Galsworthy affianca una commovente storia proletaria che vede spiccare un altro personaggio femminile, Victorine. Una sorta di contraltare operaio di Fleur, è l’ennesimo ritratto di donna memorabile della saga.
Pubblichiamo il primo volume della nuova trilogia nella storica traduzione di Ada Prospero Gobetti, opportunamente rivisitata, e, trattandosi del proseguimento della prima trilogia, numerandolo come quarto volume della saga.
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