CAPITOLO VII. L'assalto del «jacarè». Il canotto, quantunque fosse in pessimo stato ed il suo legno spugnoso fosse inzuppato d'acqua, filava abbastanza bene sotto la spinta di quelle pagaie improvvisate. I due naufraghi che temevano di veder comparire da un momento all'altro i combattenti, le cui grida echeggiavano sempre verso il margine della foresta, passarono senza arrestarsi dinanzi all'isolotto sul quale erano caduti i tucani, inoltrandosi risolutamente nel mezzo della vasta palude. Procedevano però a stento, essendo il fondo ingombro di erbe acquatiche assai resistenti che erano costretti a lacerare o sfondare. L'ostacolo maggiore era costituito da certe foglie smisurate, le quali opponevano una resistenza tenace, e che non si lasciavano lacerare se non dopo lunghi sforzi. Eran