Jordy Il rombo sotto al mio orecchio riempie il mio mondo. L’aria fresca mi colpisce il viso e poi mi trovo seduta su un sedile, con la cintura allacciata. Due portiere sbattono, una dopo l’altra, e una grossa presenza riempie lo spazio accanto a me. Dico la prima parola che generalmente mi arriva alle labbra. “Padrone?” “Non sono il tuo padrone,” ringhia la voce, e i miei occhi si aprono. Un volto segnato da delle cicatrici mi accoglie. Mi sta guardando torvo. Abbasso lo sguardo. “Scusa.” “Non ti scusare,” ringhia, e chino la testa. “No, cazzo, non fare così.” Lo guardo di sottecchi. Si sta massaggiando il petto. “Va tutto bene. Con me sei al sicuro.” Inserisce la marcia e parte, imboccando la strada. Le mie dita strisciano su, alla ricerca del collare. È ancora ben stretto attor