Prefazione
Prefazione
Da poco più di cent'anni al genere letterario chiamato ”gotico” , ma che forse bisognerebbe solo chiamare”fantastico” , è stata riconosciuta una dignità artistica. Fra gli”antenati” e i ”papà” più famosi vanno annoverati anche gli inglesi M. Lewis (Il monaco), Bram Stoker (Dracula), Algernon Blackwood (John Silence, detective dell'occulto), e —sia pure per un solo libro —Mary Shelley (Frankestein); a cavallo fra il 700 e l'800 il tedesco E.T.A. Hoffmann; due scrittori ”maledetti” americani, cioè E.A. Poe e H.P. Lovecraft, autori di numerosissimi racconti e romanzi. Ma occorre senz'altro aggiungere a questa lista Gustav Meyrink: egli scrive sul ”fantastico” e sul ”magico” per conoscenza diretta. Già in età giovanile, a Praga, aveva fatto parte di una società cabalistica. E prima di morire si convertì al buddismo.
Temi conduttori de Il domenicano bianco sono il cammino spirituale, lungo la ”via del risveglio” e la identificazione di una persona vivente con un uomo di un'altra epoca. Per questo —dice Meyrink —può capitare di ”incontrarsi con il proprio doppio” , di vedersi come ”un estraneo” . Ne consegue quindi che, in questa concezione, la ”conoscenza” può avvenire solo per ”vertigine” , per ”folgorazione” , comunque in modo drammatico; mai per gradi, o a fatica, o da uno sforzo razionale e cosciente. Anzi, per Meyrink, la nostra vita ”normale” è ”un letargo” ; essere ”sveglio” significa cercare di realizzarsi spiritualmente in toto con il superamento della ”parte materiale di se stessi” . E solo per questi pochi è garantita l'immortalità, la”vera vita” dopo la morte. Sulla tematica dello”stato di risveglio” , in un libro celeberrimo il mattino dei maghi, non a caso si riporta proprio un brano di Meyrink, a cui vengono tributate lodi eccezionali (Un ammirevole scritto di G.M., genio misconosciuto).
Sono tutti ”personaggi di un destino malato” è stato scritto. Questi motivi ritornano in tutti i libri di Meyrink. Da L'angelo della finestra d'occidente, storia del mago e alchimista inglese del seicento, John Dee, a Il domenicano bianco, in cui Cristoforo Colombaia si ”incontra” , si ”completa” ,”si conosce” attraverso i suoi antenati. Ne La notte di Valpurga uno dei fili conduttori è addirittura che l'uomo”comune” è uno zombie, un cadavere di cui si impadronisce chi vuole, cioè chi conosce le formule...
È evidente il contesto storico e ideologico-culturale in cui Meyrink affronta questa tematica. Non a caso l'idea di un”uomo eccelso” a cui è garantita l'immortalità, il disprezzo per ”l'uomo comune” , e per la razionalità, per le spiegazioni scientifiche, per la stessa conoscenza come processo, sono temi costanti della”cultura di destra” , fascista e nazista, in testa Julius Evola che infatti di Meyrink fu un ammiratore.
Anche ne il domenicano bianco, volendo, si possono trovare numerosi esempi di ciò. È proprio”colui che non muore veramente” , che può ”risolvere” il proprio corpo, cioè risolverne la materialità (secondo una dottrina d'origine taoista), che evidentemente esprime disprezzo per ”il principio dell'umana eguaglianza” , come dice un personaggio di questo libro. Qui ci sono tutte le contraddizioni dello spiritualismo occidentale, velocemente riassunte in frasi contro”l'istinto sessuale” o nel ricorrente tema del ”farsi superuomini” . Ma il discorso si farebbe lungo, se volessimo rileggere in quest'ottica Meyrink e la letteratura ”fantastica”.
Bisognerebbe anzitutto esaminare meglio il discorso sull' “immaginario” nella letteratura e sull'immaginario collettivo. Alcuni anni fa, Claudio Magris osservava molto acutamente che: ”Indubbiamente vi è in Meyrink un incerto anelito alla luce e alla liberazione, sebbene sul piano politico il suo tradizionalismo lo induca a identificare il riscatto della schiavitù, ossia la rivoluzione, con una possessione infera...” .
Non sembri questa breve prefazione troppo ”impegnata” per presentare un libro fantastico. Anzi è semmai troppo schematica; a ricordarcelo sta di continuo la realtà stessa. Perché Rosemary Baby è solo un libro e un film, ma la ”famiglia Manson” è realtà. E perché mentre questo libro si appresta ad uscire tutti i giornali si chiedono quanti Tempio del popolo esistono.