ONLIO E STANLIO Senza dubbio fu l’unica volta in anni di frequentazione del salone da barba di Damiano che, forse tutti i clienti non solo io, vedemmo il filosofo ridere, ridere di gusto, con tutto il corpo, con tutto se stesso. Entrò come al solito salutando con un fil di voce, con la borsa nella destra ben stretta si diresse sicuro verso la sua sedia. Si lasciò cadere sulla sedia sussultando tutto, sembrava avesse un attacco irrefrenabile di singhiozzo ed invece rideva, rideva in un modo stranissimo, col capo ritirato tra le spalle, con le labbra strette, soffiava dal naso ritmicamente e si asciugava le lacrime che, per lo sforzo, sgorgavano copiose dagli occhi. Poi improvvisamente si irrigidì e con il suo solito timbro di voce, senza curarsi dei nostri ghigni iniziò. Inseparabili come