CAPITOLO SEI Il mondo era molto silenzioso. La luce chiara del sole scaldava le palpebre di Oliver, e lui aprì gli occhi. C’era un fascio di luce che filtrava attraverso un’apertura tra le tende. Oliver ricordò improvvisamente dove si trovava. Si mise a sedere, sbattendo le palpebre e osservando la camera nella fabbrica di Armando. Era tutto reale. Si trovava veramente lì. Improvvisamente si rese conto che era mattina. Il suo pisolino si era trasformato in un sonno profondo che era durato tutta la notte e si era protratto fino al giorno dopo. Non avrebbe dovuto esserne così sorpreso: il letto era il più caldo e comodo in cui avesse mai dormito. La fabbrica di Armando gli dava più la sensazione di casa di tutte le precedenti dimore che aveva avuto. Si stiracchiò sotto la trapunta, crogio