CAPITOLO TREDICI Oliver si voltò mogio a riguardare la fabbrica da cui ora era chiuso fuori. Era stata casa sua per un tempo così breve, ma significava per lui ben più di qualsiasi altra casa in cui avesse mai vissuto. Non sapeva cosa avrebbe fatto senza di essa. Dall’esterno, le sue differenze dalla versione che conosceva – quella che esisteva ben settant’anni dopo – erano sorprendenti. I mattoni rossi sbiaditi erano brillanti. Le macchie di pioggia e gli schizzi di sporco erano completamente assenti. Dove prima aveva visto tegole spezzate e finestre rotte, ora tutto era esattamente in ordine e al suo posto. L’edera che aveva preso possesso della facciata dell’edificio al tempo di Oliver era poco più che un piccolo arbusto, e le ortiche che l’avevano punto quando aveva perlustrato il pe