Camminammo verso l’acqua, bevendo un po’, ed Erik mi offrì un po’ di carne essiccata dal suo zaino. Continuò a toccarsi la fronte, perso nei suoi pensieri, mentre io mangiavo, mentre mi lavavo le mani. «Stai bene?», gli chiesi quindi alla fine. «Sì, non è niente, piccolina. Vieni, dobbiamo rimetterci in cammino.» Mi prese di nuovo tra le sue braccia, e durante la corsa io presi a studiare il suo viso. Nonostante fosse al mondo da più di un secolo, il suo aspetto non lo rendeva più grande di venticinque anni, al massimo. Se non fosse stato per la sua stazza e quella sua forza sovrannaturale, non avrebbe avuto nulla di diverso ai miei occhi dagli uomini che mi era capitato di vedere nel mio vecchio villaggio. «Attenta», ringhiò piano, riportandomi alla realtà. «Abbiamo ancora un po’ di