Era mezzogiorno quando parcheggiai di fronte alla Colomba d’Oro, l’albergo di Triora, già scenario alla mia indagine sul pietrificatore. Parcheggiai sullo stesso lato dell’albergo, ma poco più avanti, quasi di fronte al forno del paese dove si cuoceva il celebre pane di Triora esportato in tutta la regione. Il tempo non dava segni di miglioramento; abbassai il finestrino respirando quell’aria pungente carica di odori di bosco e di legna bruciata proveniente dal vicino forno. I miei polmoni asfittici abituati alle caligini milanesi tossirono per reazione. Corsi ai ripari con un toscano, il mio inseparabile personale toccasana. Tutto era rimasto esattamente come me lo ricordavo, con la differenza che le strade erano deserte e anche dall’albergo non provenivano molti segnali di vita ad eccezi
