CAPITOLO QUATTORDICI Arrivò il giorno, e quando accadde Kate non era sicura di aver mai lavorato tanto in vita sua. Mai a nessuna delle macine dell’orfanotrofio o ad altre commissioni, certamente non da allora. La cosa strana era che si sentiva più felice che mai. Felice di trovarsi a fare quel lavoro, a battere metallo e lavorare ai soffietti. La aiutava il fatto che Thomas fosse un insegnante paziente. Dove all’orfanotrofio la picchiavano, lui la correggeva mostrandole modi migliori per fare le cose e ricordandole ciò che si dimenticava. “Dobbiamo modellare di più il metallo,” disse. “Con la lama di una falce, bisogna renderla sottile e affilata. Deve tagliare, non colpire.” Kate annuì aiutando a tenere ferma la billetta mentre lui la colpiva, poi schiacciando i soffietti per portare