Capitolo 16 Il sole era alto, splendente e bello, bello più che mai; era un giorno ideale per cacciare grassi cinghiali e maestosi cervi tra i boschi umidi della grande valle safina. I primi tepori primaverili infondevano allegria e incoraggiavano gli amori. La selvaggina, risvegliatasi dal lungo letargo invernale, si aggirava ora copiosa e ancora stordita per il pesante sonno. Le montagne ribollivano di vita e facevano udire la loro voce eterna e immortale, fatta di strani suoni, ruggiti e melodiosi canti. Il monte Kuretos era colorato e profumato da fiori multiformi. Giovani e teneri germogli facevano capolino tra le alte fronde delle querce secolari, mentre le rive del biondo e turbolento Himella, ora in piena per il disgelo stagionale, erano imbiancate dagli ovattati fiocchi bianch