«Ebbene, io credo che se volete scusarmi, Mr. Knightley, se non volete giudicare che io faccio una grande scortesia, ascolterò il consiglio di Emma e uscirò per un quarto d’ora. Adesso che è venuto fuori il sole, credo che sarà bene che io faccia i miei tre giretti mentre posso. Non faccio cerimonie con voi, Mr. Knightley. Noi invalidi pensiamo d’esser gente privilegiata.»
«Mio caro signore, non trattatemi da estraneo.»
«Lascio un eccellente sostituto in mia figlia. Emma sarà lieta d’intrattenervi. E perciò credo che vi presenterò le mie scuse e farò i miei tre giretti... la mia passeggiata d’inverno.»
«Non potreste far di meglio, signore.»
«Solleciterei il piacere della vostra compagnia, Mr. Knightley, ma sono un camminatore lentissimo, e il mio passo vi riuscirebbe fastidioso; e inoltre voi avete dinanzi un’altra lunga camminata all’Abbazia di Donwell.»
«Grazie, signore, grazie; me ne vado io stesso tra un momento; e credo che più presto andate meglio è. Vado a prendervi il pastrano e ad aprirvi la porta del giardino.»
Mr. Woodhouse alla fine se ne andò; ma Mr. Knightley invece di andarsene immediatamente lui pure, si sedette di nuovo, e parve propenso a fare un altro po’ di chiacchiere. Cominciò a parlare di Harriet, e a parlare di lei con più deliberata lode di quanto Emma non ne avesse udita prima.
«Non posso valutare quanto voi la sua bellezza,» disse, «ma è una graziosa personcina, e son proclive a giudicare molto favorevolmente la sua indole. Il suo carattere dipende dalla gente che ha intorno; ma in buone mani diventerà una donna preziosa.»
«Son lieta che la pensiate così; e spero che le buone mani non mancheranno.»
«Via,» diss’egli, «voi desiderate un complimento, sicché vi dirò che l’avete migliorata. L’avete guarita delle sue risatine melense da scolaretta; davvero essa vi fa onore.»
«Grazie. Rimarrei davvero mortificata se non credessi di esserle riuscita un po’ utile; ma non tutti tributano elogi dove potrebbero. Voi, per esempio, non me ne colmate davvero spesso.»
«Avete detto che la riaspettate qui stamani?»
«Da un momento all’altro. Già tarda più di quel che non intendesse.»
«È accaduto qualcosa che l’ha trattenuta; forse qualche visita.»
«Comari di Highbury! Seccatrici!»
«Può essere che Harriet non consideri seccante la gente che pare tale a voi.»
Emma sapeva che questo era troppo vero per contraddirlo, sicché non disse niente. Egli poco dopo aggiunse con un sorriso:
«Non pretendo di saper nulla di preciso, ma debbo dirvi che ho buone ragioni di ritenere che la vostra piccola amica verrà presto a sapere di qualcosa di molto vantaggioso.»
«Davvero! E come? Di che genere?»
«D’un genere molto serio, vi assicuro,» sempre sorridendo.
«Molto serio! Non posso pensare che una cosa sola... Chi è innamorato di lei? Chi fa di voi il suo confidente?»
Emma nutriva una forte speranza che Mr. Elton avesse lasciato cadere un accenno. Mr. Knightley era una specie d’amico e di consigliere universale, ed essa sapeva che Mr. Elton nutriva gran rispetto verso di lui.
«Ho ragione di credere,» egli rispose, «che presto Harriet Smith riceverà un’offerta di matrimonio, e da parte di una persona come si deve: Robert Martin è l’uomo. La visita di lei al Mulino dell’Abbazia, l’estate scorsa, sembra che l’abbia spacciato. È innamorato cotto e intende sposarla.»
«È molto cortese,» disse Emma, «ma è sicuro che Harriet è disposta a sposarlo?»
«Ebbene, ebbene... intende di farle un’offerta, allora. Va bene così? È venuto all’Abbazia due sere fa per consultarmi intorno alla faccenda. Sa che ho grande considerazione per lui e la sua famiglia, e credo che mi ritenga uno dei suoi migliori amici. È venuto a chiedermi se pensavo che fosse un’imprudenza da parte sua accasarsi così presto; se pensavo che lei fosse troppo giovane; in breve, se approvavo in complesso la sua scelta; avendo qualche timore che la ragazza venisse considerata, specialmente dopo che voi ne avevate fatto tanto caso, come d’un ambiente superiore a lui. Mi piacque moltissimo tutto quel che disse. Non ho mai sentito parole più giudiziose di quelle che uscivano dalle labbra di Robert Martin. Parla sempre a proposito; aperto, di retto, e molto assennato. Mi ha detto tutto; le sue circostanze e i suoi piani, e ciò che tutti loro intendevano di fare nel caso del suo matrimonio. È un giovanotto eccellente, sia come figlio che come fratello. Non ho avuto esitazione alcuna a consigliargli di sposarsi. Mi ha dimostrato che poteva permetterselo; e tale essendo il caso, io rimasi convinto che non poteva far di meglio. Feci anche l’elogio della bella, e insomma lo vidi partire tutto felice. Se anche non avesse tenuto in gran conto prima la mia opinione, avrebbe pensato molto bene di me allora; e, oso dire, lasciò la casa ritenendomi il migliore amico e consigliere che uomo abbia mai avuto. Questo è accaduto due sere fa. Ora, come si può facilmente supporre, egli non vorrà lasciar passare molto tempo prima di parlare alla dama, e se non appare che le abbia parlato ieri, non è inverosimile che egli si trovi oggi da Mrs. Goddard; sicché Harriet può essere trattenuta da un visitatore, senza ritenere affatto costui un importuno.»
«Di grazia, Mr. Knightley,» disse Emma, che durante gran parte di questo discorso aveva sorriso tra sé e sé, «come sapete che Mr. Martin non ha parlato ieri?»
«Certo,» rispose lui sorpreso, «non lo so di positivo; ma si può arguire. Non è rimasta essa tutto il giorno con voi?»
«Via,» disse lei, «vi farò una confidenza in cambio di ciò che mi avete detto. Egli ha parlato ieri... cioè, ha scritto, ed ha avuto un rifiuto.»
Questa frase dovette essere detta due volte prima di poter venire creduta, e Mr. Knightley diventò proprio rosso dalla sorpresa e dalla scontentezza, mentre si drizzava nella sua indignazione, e diceva:
«Allora è più sciocca di quanto io non l’abbia mai creduta. Che cosa crede quella scema d’una ragazza?»
«Oh, certo,» esclamò Emma, «riesce sempre incomprensibile a un uomo che una donna debba mai rifiutare un’offerta di matrimonio. Un uomo immagina sempre che una donna sia pronta per chiunque la chieda.»
«Che sciocchezze! Un uomo non immagina niente di simile. Ma che vuol dire ciò? Harriet Smith rifiutare Robert Martin? Se è così, è una pazzia; ma spero che vi inganniate.»
«Ho veduto la risposta di lei, nulla poteva essere più chiaro.»
«Avete veduto la sua risposta! L’avete anche scritta! Emma, questa è opera vostra. Voi l’avete persuasa a dirgli di no.»
«Anche se io l’avessi fatto (che tuttavia son lontana dal riconoscere), non sentirei d’aver agito male. Mr. Martin è un giovanotto meritevole d’ogni considerazione, ma non posso concedere che sia l’eguale di Harriet; e son davvero piuttosto sorpresa che egli si sia arrischiato a farle la proposta. A quanto dite, sembra che egli abbia avuto qualche scrupolo. È un peccato che ci sia passato sopra.»
«Non è l’eguale di Harriet!» Esclamò Mr. Knightley forte e con calore; e con più calma asprezza aggiunse, dopo alcuni momenti: «No, davvero non è l’eguale di lei, poiché le è di tanto superiore in giudizio che in posizione. Emma, la vostra infatuazione per quella ragazza vi acceca. Che pretese può avere Harriet Smith, per nascita, natura o educazione, a un matrimonio migliore di quello con Robert Martin? È la figlia naturale di... Dio solo lo sa, probabilmente senza dote, e certo senza parenti rispettabili. È conosciuta soltanto come ospite pagante della direttrice d’una scuola. Non è una ragazza giudiziosa, né colta. Non le è stato insegnato niente di utile, ed è troppo giovane e troppo semplice per aver appreso qualcosa da sé. All’età sua non può avere esperienza, e col suo poco sale in zucca non è probabile che ne acquisti in misura da poterle servire. È graziosa e di buon carattere, e questo è tutto. Il mio unico scrupolo nel raccomandare l’unione era per lui, poiché io la consideravo al di sotto di quanto egli meritava, un cattivo matrimonio. Sentivo che, quanto a beni di fortuna, con ogni probabilità egli potrebbe trovare assai di meglio; e che, quanto a compagna spirituale o utile assistente, egli non potrebbe trovare di peggio. Ma non potevo ragionare così a un innamorato, ed ero disposto a confidare che in lei non ci fosse nulla di male, che ella avesse quella sorta d’indole che, in buone mani come quelle di lui, avrebbe potuto essere ben guidata e riuscire a buon fine. Il vantaggio dell’unione sentivo che era tutto dalla parte della donna; e non nutrivo il minimo dubbio, né lo nutro adesso, che ci sarebbe stata una meraviglia generale sull’estrema buona fortuna della ragazza. Ero sicuro perfino della vostra soddisfazione. Immediatamente ebbi l’idea che non avreste rimpianto che la vostra amica lasciasse Highbury per accasarsi così bene. Ricordo di essermi detto: “Perfino Emma, con tutta la sua predilezione per Harriet, riterrà questo un buon matrimonio.”»
«Non posso fare a meno di meravigliarmi quanto poco conosciate Emma per poter dire una cosa simile. Cosa! Ritenere un agricoltore (e con tutto il suo giudizio e il suo merito Mr. Martin non è nulla di più) un buon partito per la mia amica intima! Non rammaricarmi di vederla lasciare Highbury per sposare un uomo che io non potrei mai accogliere tra le mie conoscenze! Mi sorprende che mi riteniate capace di tali sentimenti. Vi assicuro che i miei sono ben diversi. Debbo credere molto ingiusto quel che voi dichiarate. Non rendete giustizia ai meriti di Harriet. Essi verrebbero stimati m modo ben diverso da altri oltre che da me; Mr. Martin può essere il più ricco tra loro due, ma senza dubbio egli è inferiore a lei per grado sociale. L’ambiente che essa frequenta è molto al disopra del suo. Sarebbe un degradarsi da parte di lei.»
«Un degradarsi fino all’illegittimità e all’ignoranza l’andar sposa a un agricoltore di buona famiglia rispettabile e intelligente!»
«Quanto alle circostanze della sua nascita, sebbene in senso legale possa dirsi che lei è “nessuno”, la cosa non regge al senso comune. Non deve pagare per la colpa degli altri coll’essere ritenuta al di sotto del livello di coloro coi quali viene educata. Ci possono essere ben pochi dubbi che suo padre non sia un gentiluomo, un gentiluomo di mezzi. Il suo assegno è molto generoso; nulla è stato mai lesinato per la sua istruzione o il suo benessere. Che ella sia la figlia d’un gentiluomo, per me è indubbio; che essa abbia per compagne figlie di gentiluomini, nessuno, suppongo, vorrà negarlo. Essa è dunque superiore a Mr. Robert Martin.»
«Quali che possano essere i suoi genitori,» disse Mr. Knightley, «chiunque ne abbia avuto la tutela, non pare che sia stato nei loro piani introdurla in quella che voi chiamereste la buona società. Dopo aver ricevuto un’educazione molto sommaria, viene affidata alle mani di Mrs. Goddard perché se la cavi come può; per appartenere, in breve, all’ambiente di Mrs. Goddard, e godere della sua amicizia. Evidentemente coloro a cui stava a cuore il destino della ragazza pensavano che ciò fosse buono abbastanza per lei; ed effettivamente lo era. Lei stessa non desiderava nulla di meglio. Finché voi non decideste di far di lei un’amica, l’animo della ragazza non provava ripugnanza alcuna per il suo ambiente, né ambiva ad uscirne. Era al colmo della felicità coi Martin durante l’estate. Allora non aveva alcun senso di superiorità. Se l’ha ora, siete stata voi a darglielo. Non siete stata un’amica per Harriet Smith, Emma. Robert Martin non si sarebbe mai spinto così in là, se non fosse stato convinto di non riuscire antipatico alla ragazza. Lo conosco bene. Ha troppo sentimento vero per far proposte a una donna solo per il capriccio d’una passione egoistica. E quanto a pensar troppo bene di sé ne è più lontano di ogni altro uomo che io conosco. Credete a me, è stato incoraggiato.»
Era convenientissimo per Emma non dare una diretta risposta a quest’asserzione; essa preferì quindi riprendere il filo del proprio ragionamento.
«Voi siete un amico molto cordiale per Mr. Martin; ma, come dicevo dianzi, siete ingiusto verso di Harriet. Le pretese di Harriet a un buon matrimonio non sono così disprezzabili come le raffigurate voi. Non è una ragazza brillante, ma ha più senno di quanto non pensiate, e non merita che si parli con sì poco riguardo del suo intelletto. Lasciando tuttavia da parte codesto punto, e supponendola quale voi la descrivete, soltanto graziosa e di buona indole, lasciate che io vi dica che nel grado in cui le possiede, queste non sono qualità trascurabili agli occhi del mondo in genere, poiché di fatto essa è una bella ragazza, e novantanove persone su cento debbono ritenerla tale; e finché non sia dimostrato che gli uomini sono molto più filosofici sul tema della bellezza di quanto generalmente non si supponga, finché essi non s’innamorino di colti intelletti anziché di volti leggiadri, una ragazza così graziosa com’è Harriet ha la certezza di essere ammirata e ricercata, di possedere la facoltà di scegliere tra molti, e in conseguenza può pretendere di far la difficile. Anche la sua buona indole non è un titolo così trascurabile, significando una reale, completa dolcezza d’animo e di modi, una molto umile opinione di sé, e una grande prontezza a trovare simpatici gli altri. M’inganno di molto se il vostro sesso in genere non riterrebbe tale bellezza e tale indole le più grandi qualità che una donna può possedere.»