8. Lo facemmo nella doccia e poi di nuovo nel suo letto. Ero completamente partita, come se avessi preso una droga che me lo faceva desiderare fino a star male. Non ne avevo mai abbastanza. Volevo leccarlo, morderlo, baciarlo e sentirlo dentro... in continuazione. Alla fine giacemmo sudati ed esausti tra le sue lenzuola, mentre fuori sorgeva il sole. «Che casino meraviglioso» sbadigliò lui. Si voltò per guardare la sveglia. «Tra due ore dovrei essere al lavoro» sospirò. «Quale lavoro?» chiesi io. Poi corressi: «Se vuoi dirmelo». «Non è un segreto» sorrise lui. «Ho una società di investimenti finanziari». Ridacchiai. «I lupi sono anche a Canary Wharf, oltre che a Wall Street». «Già. Vorrei sapere che cavolo ti è preso» aggiunse, tornando serio. «E ti assicuro che mi piace molto, quel