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1057 Words
E la porta del mio appartamento si è aperta. Merda. Non ho nemmeno alzato lo sguardo, per paura di pensare che fosse un atto di ribellione o qualcosa del genere. Non volevo essere torturata, mi piacevano tutte le mie dita e la mia pelle si segnava molto facilmente. Non volevo lividi da souvenir, grazie. Contro tutti i miei principi, sono rimasto fermo e con la testa bassa. Sottomessa, stava quasi tremando, perché l'unico rumore che mi aveva avvertito della sua presenza era stato quello dei suoi stivali da soldato che mi risuonavano nelle orecchie come la detonazione di una bomba. Mi preparai al peggio, a un calcio oa un colpo. Senza rendermene conto, ho cominciato a piangere in silenzio, tanta attesa stava uccidendo i pochi nervi che mi erano rimasti. Senza nemmeno parlare, mi stava uccidendo. Ho sentito un altro suono, tessuto che scivolava, si accartocciava. Una mano mi toccò il viso e mi sollevò il mento. -Ciao- mi disse una voce profonda e gentile. Il suo respiro era morbido e caldo. È stato bello. Ho aperto gli occhi quasi per inerzia. -Oh- era l'unica cosa che potevo borbottare prima di vedermi catturato da occhi più blu del mare antartico. Mi sorrise quasi teneramente, comprensivo. Immagino che le fosse sembrata patetica, seduta per terra e coperta di lacrime, quasi sicuramente le sarebbe anche colato il naso. Sempre bella e sexy. - Sono Hunter e sono venuto ad aiutarti - ho sospirato sollevato e quando stavo per parlare mi sono ricordato del bavaglio. Ho fatto diversi suoni stupidi e invece di ridere di me, si accigliò - Perché l'hai imbavagliata, G? - Ho parlato troppo e mi ha fatto venire il mal di testa - rispose arrabbiato G. Questo stronzo sarà un figlio di puttana. - Non mi interessa, è una donna e non è così che dovresti trattare nessuno di loro. Chissà cosa direbbe tua madre a riguardo. - Non coinvolgere mia madre in tutto questo. Non conosci questa ragazza, quindi non difenderla, supera di gran lunga la mia barriera di tolleranza. È insopportabile. Non ero sicuro se le sue parole mi avessero fatto arrabbiare o ferito. Forse entrambi. Quello che se ne andò fu che stavo arrossendo e non esattamente dal piacere. -A volte sei un idiota.-Hunter scosse la testa. Punto per lui. Era il mio preferito al momento. Inginocchiato davanti a me e da parte mia mi ha fatto venire voglia di ballare intorno a lui - Ebbene signorina, credo sia ora che recuperi la voce ei movimenti. Si chinò e mi circondò con le braccia. Un profumo maschile mi solleticava il naso. Di solito la colonia maschile mi disgustava. Rob e mio padre mi hanno fatto venire le vertigini, ma Hunter's era come un giorno di primavera (ma in una versione maschile e non scadente). Con la mano sinistra allentò il fazzoletto che mi cadde in grembo coperto di saliva. Grossolano. Si appoggiò allo schienale e mi sorrise. Passò il pollice sul mio labbro inferiore e asciugò le tracce di umidità. Ok… Combustione spontanea in 3… 2… 1 ... -Hunter, smettila di giocare con Cappuccetto Rosso- Alzai lo sguardo con odio verso l'idiota. Continueremo a litigare a casa di Hunter... Prima che potessi rispondere ha detto: "Seguimi" e lui e Hunter sono scomparsi nella mia camera da letto. Sono rimasto lì, perché prima di tutto non volevo avere l'immagine di Hunter con le mutandine in testa. Dio, questo poteva succedermi solo il 15 febbraio con un mese per consegnare un libro che ancora non ha fine. Maledizione! Divertito nel mio mondo di insulti, non ho notato una presenza fino a quando non mi è saltata addosso. -Salem!- Mi succhiò la guancia con la sua piccola lingua. Oggi non ho potuto darti da mangiare perché un uomo molto cattivo mi ha aggredito. Gli occhi verdi di Salem erano inespressivi. Era un buon ascoltatore - Lo sai che ti amo, vero, cosa carina? Ora ti lascio del cibo perché non sarò -Un groppo in gola- Mi mancherai, Salem -Che emozione- disse G dalla porta- Lo metterò in gabbia e gli lascerò cibo a sufficienza per un mese Vedremo se dopo verrà qualcuno a dargli da mangiare. Ho fatto un grande broncio. Stavano per portarmi via il mio unico amore e consolazione (che era solo un gatto). Non volevo che me lo strappassero quando era quasi tutto quello che avevo. - Devo prendere il mio portatile. Devo finire un libro— ho chiesto a G cercando di sembrare il più dignitoso possibile. - Tu lavori? - I suoi occhi si spalancarono come se fosse stupito. - Scrivo libri- La mia evasione non ha funzionato molto bene. - Riguardo a cosa? Alzò le sopracciglia appoggiandosi allo stipite. Maiale cretino. - Romanticismo - lo guardai con aria di sfida - Non uno di quelli stucchevoli e sdolcinati, solo quelli sdolcinati per adulti - sorrisi compiaciuta. - Beh, qualcuno che non li ha non dovrebbe scrivere cose così sporche- ha commentato con disprezzo. Aspetta, aspetta, aspetta... Qualcuno che non li ha? Stava insinuando che non li avevo? Ma cosa pensava quel cretino? -Ho 22 anni, idiota- Ho provato ad alzarmi, ma senza un punto di appoggio e con le mani dietro la schiena, non potevo fare molto. Maledetto lui e il suo lignaggio. -Sei molto carino lì sul pavimento, cappuccetto rosso- Rise- Sembri più giovane. Sei bassa e non ti trucchi. Sei una bambina. - Scusate? - urlai incredulo - Vuoi smetterla di prendermi in giro? La mia altezza è nella media e non mi trucco perché sono a casa, nel caso non te ne fossi accorto. Sei scortese e sei molto immaturo. Lasciami in pace. - Sei insolente! - Mi rispose gridando - SEI INSOSTENIBILE E SEI SEMPRE SULLA DIFESA, NON TI POSSO DIRE NULLA DI BENE PERCHÉ NON MI LASCI. MI ATTACCATE SEMPRE E NON FATE BULLISMO NEMMENO. SEI MOLTO FASTIDIOSA E MI TIRI FUORI DALLE MIE SCATOLE. PER ESSERE COSI' PICCOLO SEI IL PIU' ISOPORTABILE DELL'UNIVERSO. - GUARDA CHI PARLA - risposi con lo stesso tono - TU SEI DI QUELLO CHE NON È. NON TI SOPPORTO. MI FATE TIRO FUORI TUTTO IL CATTIVO CHE C'È IN ME. IO SONO PACIFICO MA VOGLIO DARTI UN CALCIO IN FACCIA FINO A CHE NON TI RICONOSCERÀ NELL'AUTOPSIA... - Mi fermai quando Hunter si inginocchiò di nuovo accanto a me.
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