6. La stanza della musica era ampia e mansardata. Il pianoforte a coda era quasi al centro del vasto ambiente vuoto, il clavicembalo su un lato. Le tre finestre quadrate dai vetri all’inglese davano sulla campagna innevata e buia. «Continua a nevicare» disse Artington. «Che razza di clima che avete, quassù». «Siamo quasi in Scozia, dopo tutto». Artington si fermò davanti a una delle finestre, le mani intrecciate dietro alla schiena. «Non me la sento di suonare. Lo faccia lei, dottoressa». «Potrebbe chiamarmi Alexandra. E... è sicuro? Non mi metterei di certo a giudicare la sua tecnica». Lui si voltò a metà. «Sono combattuto» disse. Non era chiaro se si stesse riferendo al clavicembalo, ma Alexandra pensava di no. Pensava che si riferisse all’atmosfera calda e intima che si era cre