CAPITOLO VII. «Non nomarmi un tal padre. Ei d’amar dice La propria figlia; ma al timor che il preme, A stolta ambizïone, a sete d’oro, Tiranne del suo cor, pronto saria, Senza rimorso, ad immolar la figlia; E se a placar dell’oceâno l’ira Cotal ostia valesse, ei di sua mano La getteria nel tempestoso flutto.» D’un anonimo. Il lord Cancelliere incominciò il discorso con aria di grandissima disinvoltura, benchè non si dimenticasse di esaminare con molta attenzione l’effetto che le sue parole farebbero sul giovine Ravenswood. «Voi sapete, giovane amico, gli diceva, che la diffidenza è una malattia naturale de’ tempi a’ quali viviamo, e che essa espone il più virtuoso e saggio uomo a lasciarsi ingannare dagli artifizj del primo impigliatore. Se, qualche tempo fa, avessi avuto un ani