Introduzione
Nel romanzo Cuore, divenuto a suo tempo uno dei più famosi libri di letteratura per ragazzi, le vicende sono raccontate attraverso lo sguardo incantato di un adolescente. Ciò ha reso l'opera addirittura una metafora dei buoni sentimenti (quando si dice ad esempio, quella situazione è “da libro Cuore”). Infatti, il lavoro letterario di Edmondo De Amicis (1846 – 1908) è ricco di episodi di bontà, di semplicità, di buoni sentimenti e di situazioni di forte emotività. Cuore seppe interpretare lo spirito del tempo raccontando episodi intrisi di patriottismo, di sopportazione delle sofferenze e di rispetto nei confronti dell’autorità. Siamo nel 1886, l’anno di pubblicazione, De Amicis raggiunge subito il successo letterario, ma le origini di questa opera vanno ricercate lontano, nella biografia dello scrittore torinese che frequentò l’accademia militare e diversi campi di battaglia nel Nord Italia prima di dedicarsi al giornalismo. L'esperienza delle caserme lo formò dal punto di vista caratteriale e pedagogico: nell'organizzazione della scuola e nei rapporti tra alunni e docenti si può ritrovare l’ordine tipico dell’esercito, ma addolcito dalla saggezza e dalla comprensione che emergono dai tratti, a volte duri, dei maestri. Lo sguardo di Enrico Bottini, l’alter ego dell’autore, si posa su tutti gli elementi che lo circondano: dai compagni di banco ai maestri, dalla scuola alle strade cittadine. Le parole del protagonista permettono al lettore quasi di spiare le vicende, i gesti, le espressioni del viso e gli stati d’animo di chiunque sia in scena in quel momento. A volte si resta sorpresi da come si risolvono alcuni episodi dove i professori non puniscono gli alunni più indisciplinati, ma spiegano loro quando sia errato il gesto compiuto richiamando i valori che hanno tradito
Voi, - disse il maestro, - avete insultato un compagno che non vi provocava, schernito un disgraziato, percosso un debole che non si può difendere. Avete commesso una delle azioni più basse, più vergognose di cui si possa macchiare una creatura umana. Vigliacchi!
In tale momento di tensione ci si aspetterebbe un ceffone oppure un’altra punizione esemplare. Invece, il maestro conclude il suo rimprovero con un paterno «Vi perdono!».Tra gli elementi ricorrenti di Cuore ci sono l’importanza della scuola, e quindi dello studio, e un fervido sentimento di unità tra gli italiani che devono imparare ad essere un popolo unito al di là delle differenza geografiche o di censo. Nel primo caso, è bene leggere cosa scrive ad Enrico suo padre che paragona l’andare a scuola ad un gesto di progresso e di miglioramento del mondo e invita il figlio a non sentirsi solo in questa azione quotidiana:
Se questo movimento cessasse, l'umanità ricadrebbe nella barbarie, questo movimento è il progresso, la speranza, la gloria del mondo. - Coraggio dunque, piccolo soldato dell'immenso esercito. I tuoi libri son le tue armi, la tua classe è la tua squadra, il campo di battaglia è la terra intera, e la vittoria è la civiltà umana. Non essere un soldato codardo, Enrico mio.
Una battaglia che va combattuta senza spargimento di sangue, imparando a maneggiare non solo le materie scolastiche ma anche ad essere delle persone buone che sappiano coltivare dentro di sé i sentimenti più alti. I valori da seguire sono ben chiari e restano impressi grazie anche all'esempio degli insegnanti e delle tante persone che si incontrano nella propria città. Un altro modo per interiorizzare i buoni comportamenti sono i racconti mensili dei maestri, una sorta di parabola laica. I protagonisti sono fanciulli o ragazzi che hanno saputo agire secondo la morale di quel tempo anche sacrificando se stessi e correndo incontro al pericolo senza paura. Alcuni di quei protagonisti sono divenuti celebri e si sono trasformati in modo di dire popolari come la "piccola vedetta lombarda". È un’espressione che si usa per canzonare qualcuno che si mette in una posizione più elevata per controllare il proprio territorio. Sono proprio queste espressioni, insieme ad una scrittura agile e semplice, ad aver decretato il successo di Cuore. Il suo modo di coinvolgere le diverse generazioni e la bontà d’animo che pervade ogni pagina fa sì che resti un esempio di comportamento per i ragazzi, ma soprattutto per gli insegnanti in modo che non perdano di vista il significato profondo del loro mestiere. Naturalmente, la società ed i valori della fine del XIX secolo sono cambiati, ma la missione della scuola e della famiglia è riuscita ad adattarsi allo scorrere degli anni: entrambi gli ambienti di vita sono utili a formare il bambino ed il ragazzo non solo riguardo le materie scolastiche, ma anche nel modo di comportarsi e di stare in società rispettando la diversità di pensiero e aiutando chi ha difficoltà a stare al passo con gli altri.
Cuore
di Edmondo De Amicis
Questo libro è particolarmente dedicato ai ragazzi delle scuole elementari, i quali sono tra i nove e i tredici anni, e si potrebbe intitolare: Storia d'un anno scolastico, scritta da un alunno di terza d'una scuola municipale d'Italia. - Dicendo scritta da un alunno di terza, non voglio dire che l'abbia scritta propriamente lui, tal qual è stampata. Egli notava man mano in un quaderno, come sapeva, quello che aveva visto, sentito, pensato, nella scuola e fuori; e suo padre, in fin d'anno, scrisse queste pagine su quelle note, studiandosi di non alterare il pensiero, e di conservare, quanto fosse possibile, le parole del figliuolo. Il quale poi, quattro anni dopo, essendo già nel Ginnasio, rilesse il manoscritto e v'aggiunse qualcosa di suo, valendosi della memoria ancor fresca delle persone e delle cose. Ora leggete questo libro, ragazzi: io spero che ne sarete contenti e che vi farà del bene.