18.Arrivò in via Nizza 170 che erano le sette passate. Suonò il campanello dell’anonimo portone incastrato tra due attività: uno squallido ottico dall’insegna vintage e il rinomato Cinema Spezia, una delle ultime sale torinesi di programmazione a luci rosse.
Era già rassegnata all’idea di dover salire quattro piani senza ascensore, quando la voce di Roberti al citofono disse “Scendo subito”. Susanna annuì sorpresa, e rimase ad attendere l’investigatore in quello scampolo di Torino anni Settanta, illuminato dal neon bluastro del cinema.
A quanto pareva l’appuntamento con Roberti doveva coincidere con l’inizio della proiezione di Pornocommesse in calore, perché diversi uomini dai cinquanta in su costeggiavano il marciapiede grigio, furtivi, per poi infilarsi rapidi nel cinema. Susanna si c
