7 Winston si risvegliò con gli occhi pieni di lacrime. Julia gli si strofinò contro ancora mezzo as sonnata e aprì bocca per dire qualcosa che avrebbe anche potuto essere: «Che c'è?». «Sognavo… disse Winston», e tacque. Era troppo complicato, per esprimerlo in parole. C'era da una parte il sogno, in se stesso, c'era da un'altra parte un ricordo, in stretta relazione con esso, che aveva preso possesso della sua mente appena s'era svegliato. Giaceva con gli occhi chiusi, ancor tut to immerso nell'atmosfera del sogno. Era un sogno grande, ampio, luminoso, nel quale sembrava che tutta la sua vita fosse spiegata dinanzi a lui come un paesaggio in una sera d'estate dopo che sia stato lavato dalla pioggia. Eppure era avvenuto tutto dentro il fermacarte di cristallo. Ma la superfi cie del vet
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