IL BUONGIORNO PIÙ BELLO DI TUTTI.
I raggi del sole penetrano nella mia stanza e io non posso fare a meno di aprire gli occhi.
La sveglia segna le 09:00, perciò decido di non alzarmi subito e di rimanere ancora un po' nel letto. Non appena mi giro dal lato opposto alla veranda, in modo da evitare la luce accecante, sento il cellulare vibrare, così lo afferro e apro il messaggio che ho appena ricevuto. È di Luke. Nonostante ci siamo visti solo ieri sera, mi manca tanto, amo passare il tempo con lui, se solo sapesse il motivo... Il messaggio recita: "Spostare la tenda non è bastato, vuoi che ti butti un secchio d'acqua addosso per farti scendere da quel letto?"
Allora è stato lui! Ed io che pensavo di essermi dimenticata di chiuderla ieri sera! Ma se è stato lui vuol dire che... "Si sono qui!"
Una voce da una risposta a ciò che mi stavo chiedendo. La sua voce. Ecco una delle sue solite sorprese, piombare all'improvviso in camera mia alle nove del mattino solo per darmi il buongiorno, è tipico di lui. Non gli do neanche il tempo di entrare, che subito, sebbene non sia del tutto sveglia, mi alzo di scatto dal letto e corro ad abbracciarlo mentre è ancora sulla porta. "A cosa devo questo splendido buongiorno?" ,gli chiedo senza staccarmi da lui.
"Per la mia migliore amica questo ed altro, e poi mi hai detto che i tuoi erano usciti ieri notte e immaginando che come al solito non fossero tornati, ho pensato di farti una sorpresa." ,mi risponde distaccandosi. Odio quelle parole, e non mi riferisco a quelle sui miei, alle quali sono ormai abituata, ma a quelle "migliore amica", che per quanto dolci possano essere, non sono quelle con cui vorrei essere chiamata. Non da lui almeno.
Sorrido in risposta. "Comunque se reputi che questo sia uno splendido buongiorno, aspetta di vedere il resto. Ho qualcosa da dirti, ma preferisco parlarne davanti ad un cappuccino e ad un paio di cornetti. Andiamo a fare colazione nel bar qui di fronte, offro io." ,continua. "Grande! Dammi il tempo di infilarmi qualcosa e andiamo, aspettami pure di sotto." ,gli dico e lui annuendo, esce proseguendo verso le scale.
Luke mi porta a fare colazione o quando è successo qualcosa a casa e voglio parlarne con lui, quindi spesso, oppure quando ha lui qualcosa di eccezionale da dirmi. Spero tanto che si tratti del secondo caso questa volta, dal momento che ne ho avuto abbastanza dei miei già ieri sera, quando come al solito hanno dato il meglio di loro fino alle 02:00 di notte, quando poi hanno finalmente deciso di uscire. Luke sa tutto perché io non riuscendo a prendere sonno, ho parlato con lui per messaggi fino a quell'ora. C'è sempre per me, ed è una delle cose di lui che tanto mi piacciono.
Interrompendo i miei pensieri vado a farmi una doccia veloce, poi pantaloncini di jeans, una canotta piuttosto semplice, le mie amate converse bianche, e sono pronta.
"Alice hai fatto?" urla Luke dal piano di sotto.
"Scendo!" rispondo , mentre cerco di legarmi i capelli in una coda veloce.
Subito dopo afferro la mia borsa, mettendoci dentro il necessario, raggiungo Luke e insieme usciamo di casa.
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"Due cappuccini e due cornetti, uno ripieno di marmellata e l'altro di crema pasticcera." ,ordina Luke al cameriere che prende le nostre ordinazioni.
"Allora Luke? Adesso puoi finalmente dirmi quello che devi?" ,chiedo ansiosa. Non sopporto più l'attesa, sembro una bambina alla vigilia di natale.
"Si Alice, sono felice di comunicarti che il signorino Luke Turner e la signorina Alice Evans sono stati ammessi all'Imperial College di Londra."
Non appena pronuncia quelle parole, sento mancarmi l'aria, non posso crederci. Finalmente avrei abbandonato Detroit e tutti i miei problemi per andare a vivere nella città dei mie sogni con l'unica persona che mi fa stare bene al mio fianco. Un sogno che diventa realtà. Probabilmente mi sono persa nei miei pensieri più del previsto, perché Luke schioccando le dita davanti ai miei occhi, mi dice: "Capisco lo stupore, ma potresti almeno dire qualcosa."
"Oh Luke ma questa è la notizia più bella di tutta la mia vita! Ne sei sicuro?" ,chiedo fiduciosa in un si.
"Sicurissimo, ho ricevuto un'e-mail proprio ieri sera appena tornato a casa, ma ho preferito aspettare il momento giusto per dirtelo." ,mi dice anche lui euforico.
"Pensi sempre a tutto" ,gli dico in segno di gratitudine, non potrei dire altro.
"Proprio perché penso sempre a tutto, ho ben pensato anche di prenotare i nostri voli. Partiamo tra due giorni alle sei del mattino." ,continua.
"Oh Luke!" non posso fare a meno di abbracciarlo, se lo merita, e un po' voglio farlo io di mia spontanea volontà.
Pagato il conto e usciti dal locale, decidiamo di fare una passeggiata per le strade di Detroit, la città che tanto odio, per tutto ciò che vi è legato, e la stessa che tra due giorni non avrei più rivisto. Non ho intenzione alcuna di tornarci. Il college sarebbe stata la giusta scusa per sparire dalla vista dei miei genitori, se così posso definirli, e per non rivederli mai più. Finito il college avrei trovato lavoro o qualsiasi cosa che mi tenesse lontana da qui e vicina a Luke. La mia vita finalmente comincia a prendere la giusta piega, l'unica altra cosa che desidero, è che il mio migliore amico si accorga che per me lui è molto più di questo. Diamo tempo al tempo, magari un giorno chi lo sa, avrò il coraggio di farmi avanti o lui finalmente aprirà gli occhi.
"Dobbiamo festeggiare questa notizia, ho deciso, andremo ad una festa oggi ti va?" , mi chiede interrompendo come al solito i miei pensieri.
"Dove?" ,rispondo con un'altra domanda.
"Ho sentito che James ne organizza una a casa sua, è da tanto che non lo vediamo, ma ci ha invitato. Mi ha scritto un messaggio sempre ieri sera, chiedendomi ovviamente di far venire anche te."
"Come poteva non invitare me?Comunque ci sto, ci rimangono due giorni, meglio sfruttarli no?"
"Esatto", risponde lui infine.
James ha sempre avuto un debole per me, e me lo aveva anche confessato, ma io ovviamente non ricambiavo, ne lo avrei mai fatto. Nonostante questo, lui non si è mai arreso e continua a scrivermi ogni tanto, non ricevendo mai una risposta da parte mia.
Passo dopo passo, e chiacchiera dopo chiacchiera, il tempo è volato senza che noi potessimo accorgercene. E' ormai ora di pranzo, così Luke mi accompagna a casa, lasciandomi con un bacio, purtroppo sulla guancia, e un "In bocca al lupo...", consapevole di ciò che mi aspetta una volta rientrata in quell'inferno di casa.
Apro la porta cercando di non farmi notare, ma essendo molto maldestra, fallisco miseramente.
"Dove sei stata fin ora eh?!" , urla mia madre non appena sente la porta sbattere.
"Buongiorno anche a te, e comunque ero con Luke, siamo stati prima al bar e poi in giro a fare due passi." , rispondo seccata.
"Certo tu si che fai la bella vita! Io a cucinare e tu in giro spensierata!" , continua.
"Cucinare non è compito mio, è una delle cose che dovrebbe fare una madre comune." , rispondo già stufa di quella conversazione. Non perde occasione per accusarmi di qualcosa, anche quando, come in questo caso, non ho nessuna colpa.
"Ah si? Beh dove c'è scritto che io devo cucinare per te eh? Io faccio quello che voglio, sei tu che sei obbligata a fare quello che dico io! Anzi sai che ti dico, per dimostrartelo, oggi ti vieto di mangiare, va' in camera tua ingrata!" , termina poi.
Senza proferire altra parola, salgo di sopra. Sono ormai abituata a questa situazione, e se non fosse successo oggi, sarebbe successo domani, e comunque non me ne sarebbe fregato nulla, non sono una che mangia molto, e saltare un pranzo non mi avrebbe certo ucciso. Rimanere in quella casa ancora per molto, probabilmente si. Mio padre invece in tutto questo, è seduto su quella solita poltrona, a guardare la solita partita, che niente e nessuno gli avrebbe mai proibito di vedere. Per lui è come un rituale, o come andare a messa la domenica, è qualcosa di sacro. Buttandomi sul letto prendo il mio rottame, che molti chiamano ancora cellulare, e inganno un po' il tempo su f*******:. Non riesco a resistere molto tempo, guardando i post di tutti i miei coetanei che con foto e video, mostrano al mondo come si sono goduti l'estate, a differenza mia. Chi al mare, chi in vacanza, chi in barca, ed io invece sempre bloccata qui, a morire di caldo e di noia, senza aver mai nulla da fare, se non ripulire camera mia quando mi andava bene, o tutta la casa quando mi andava male. Che adolescenza fantastica la mia! Invidiabile direi! Mi consola solo la consapevolezza che un giorno avrò recuperato tutto, e che quel giorno è ormai vicino, Londra è vicina. Immersa nei miei pensieri mi abbandono tra le braccia di Morfeo, sperando che la sera arrivi subito, per poter andare alla festa con Luke, non vedo l'ora. Mi manca già.