Capitolo VIII Passai la notte senza riuscire a dormire; una sirena da nebbia gemeva senza sosta sullo Stretto, e io mi agitai nel dormiveglia tra una realtà grottesca e sogni cruenti e spaventosi. Era circa l’alba quando udii un taxi risalire il viale di Gatsby e subito saltai giù dal letto e cominciai a vestirmi. Sentivo di avere qualcosa da dirgli, qualcosa da cui metterlo in guardia, e la mattina sarebbe stato troppo tardi. Nell’attraversare il prato notai che la porta d’ingresso era ancora aperta; lui era poggiato a un tavolo dell’ingresso, snervato dallo sconforto e dalla notte insonne. «Non è successo niente», disse con voce piatta. «Ho aspettato e verso le quattro lei è venuta alla finestra, c’è rimasta per qualche secondo poi ha spento la luce». La sua casa non m’era mai sembra