«Dai, non ti arrabbiare. Ti avevo detto di aspettarmi, che correvi troppo veloce. Poi ho trovato questo cucciolo. Non è bellissimo? Guarda che musetto…» L’agnellino nero, come se volesse conquistarsi le simpatie del nuovo arrivato, andò a strofinarsi col dorso morbido sulle gambe del bambino. E il suo gesto evitò probabilmente a Yeshua una brusca lavata di capo. «Gli hai già dato un nome?» L’arrabbiatura, come sempre succedeva, si era già stemperata nell’interesse per il nuovo gioco. Anche Daniel si accucciò accanto al capretto cercando di accarezzarlo. Ma il cucciolo trotterellò nuovamente lontano. «Dove siamo?» Daniel si guardò in giro distogliendo per un attimo l’attenzione dal capretto che si allontanava facendo tintinnare il sonaglio che portava al collo. Il cortile assolato era