Capitolo XVGerusalemme, Beit HaMikdash, cortile del Tempio di Shelomoh Quinto giorno del mese di Cheshvan dell’anno 3758 dalla Creazione del Mondo «Baruch HaShem. Marito mio, andiamo?» La voce di Myriam lo scosse dai suoi pensieri. Il bimbo dormiva tranquillo, fasciato in una calda coperta di lana che lo proteggeva dall’aria pungente di quel sereno mattino d’autunno. Il grande giorno era venuto. Yeshua, come ogni bekor, il primogenito, doveva essere presentato al tempio. Una volta giunti a Gerusalemme, sarebbe stato consacrato a HaShem, per poi essere riscattato da suo padre grazie al sacrificio di due piccioni e due tortore e al versamento di cinque sicli d’argento alle casse del tempio. Una grossa cifra per un umile artigiano, pari a oltre tre mesi di lavori ben retribuiti. Ma per Yo