Capitolo XLa domanda giunse improvvisa. Il re aveva una voce profonda, che ben si udiva nonostante il fragore di sottofondo della musica, le risate, le urla sguaiate e le chiacchiere assordanti degli altri commensali. Beltshar aspettava solo quel momento. Se non avesse dovuto parlare con Herodes, il mago si sarebbe già da tempo ritirato nelle sue stanze. Non che fosse particolarmente stanco, ma come i suoi compagni di viaggio non era abituato al lusso sfrenato, agli eccessi e al frastuono che dominava quella sala. Apparteneva a un popolo noto per la sua parsimonia. E in qualità di astrologo e sacerdote, era più abituato a passare le notti a scrutare il cielo che sdraiato su un lettino delle feste a rimpinzarsi di donne, vino e cibo. «Abbiamo viaggiato a lungo per arrivare alla vostra regg