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Trovata (Libro #8 In Appunti Di Un Vampiro)

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In TROVATA (Libro #8 in Appunti di un Vampiro), Caitlin e Caleb si svegliano nell'antica Israele, nell'anno 33 d.C., e sono stupiti di ritrovarsi all'epoca di Cristo.

L'antica Israele è un luogo di siti sacri, di antiche sinagoghe, di reliquie perdute. E' la città più spirituale dell'universo—e nel 33 d.C., l'anno della crocifissione di Cristo, è l'epoca più spirituale in assoluto. Nel cuore della sua capitale, Gerusalemme, giace il Sacro Tempio di Salomone, all'interno del quale si trova il Sancta Sanctorum e l'Arca di Dio. E in quelle strade, Cristo percorrerà i suoi ultimi passi prima di essere crocifisso.

Gerusalemme ospita persone di ogni credo religioso e ogni fede, sotto il sorvegliante sguardo dei soldati romani e del loro Prefetto, Ponzio Pilato. La città però, ha anche un lato oscuro, con le sue strade labirintiche e numerosi vicoli che conducono a segreti templi pagani.

Ora Caitlin, finalmente in possesso di tutte le quattro chiavi, deve però ancora trovare suo padre. La ricerca la conduce a Nazareth, a Capernaum, a Gerusalemme, seguendo un percorso mistico di segreti e indizi sulle orme di Cristo. La conduce anche fino all'antico Monte degli Ulivi, da Aiden e il suo covo, e ai segreti e reliquie più potenti che lei avesse mai conosciuto. Ad ogni svolta, suo padre dista da lei soltanto di un passo.

Ma il tempo è essenziale: Sam, tornato al lato oscuro, si ritrova anche lui indietro nel tempo, e si unisce con Rexius, leader di un covo malvagio di vampiri, e insieme intendono impedire che Caitlin ritrovi lo Scudo. Rexius non si fermerà davanti a nulla pur di distruggere Caitlin e Caleb, e con Sam dalla sua parte ed un nuovo esercito a servirlo, le probabilità sono a suo favore.

A peggiorare le cose, Scarlet si trova indietro nel tempo da sola, separata dai propri genitori. Vaga nelle strade di Gerusalemme da sola, con Ruth, e appena comincia a scoprire i suoi poteri, si trova anche in un pericolo maggiore di quanto non fosse mai stata. Specialmente quando scopre che anche lei sta custodendo un grande segreto.

Caitlin troverà suo padre? Troverà l'antico scudo dei vampiri? Si riunirà con sua figlia? Suo fratello proverà ad ucciderla? E il suo amore per Caleb sopravvivera a questo ultimo viaggio indietro nel tempo?

TROVATA è il Libro #8 in Appunti di un Vampiro (preceduto da TRAMUTATA, AMATA, TRADITA, DESTINATA, PROMESSA e SPOSA), ma può essere letto anche come romanzo a sè stante. TROVATA è composta da 71,000 parole.

Anche i libri #9--#10 in Appunti di un Vampiro sono disponibili! E anche la maggior serie di successo di Morgan Rice, LA TRILOGIA DELLA SOPRAVVIVENZA, una drammatica trilogia basata su un drammatico thriller post-apocalittico, è disponibile. E anche la maggior serie fantasy di Morgan Rice, L'ANELLO DELLO STREGONE, composta finora da tredici libri, è disponibile, a cominciare dal Libro #1, UN'IMPRESA DA EROI, GRATUITAMENTE scaricabile!

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CAPITOLO UNO
CAPITOLO UNO Nazareth, Palestina (Aprile, 33 d.C.) La mente di Caitlin corse veloce, in presa a rapidi e spaventosi sogni. Vide la sua migliore amica Polly precipitare da una scogliera, mentre tentava di avvicinarsi a lei e di afferrarla, ma non riuscì a prenderle la mano. Vide suo fratello Sam correre via da lei, attraverso un immenso campo; provò a rincorrerlo, ma - per quanto corresse veloce - non riusciva proprio a raggiungerlo. Vide Kyle e Rynd uccidere i membri del suo covo davanti ai suoi occhi, farli a pezzi, con il sangue che le spruzzava addosso. Quel sangue mutò in un tramonto rosso sangue, che campeggiava sulla sua cerimonia nuziale con Caleb. Ma quel matrimonio era molto particolare: loro due erano i soli rimasti sulla terra e si trovavano in cima ad una scogliera, che si stagliava contro un cielo rosso sangue. E poi vide sua figlia Scarlet, seduta in una piccola barca di legno, da sola nel bel mezzo del vasto oceano, navigare in acque turbolente. Scarlet custodiva le quattro chiavi di cui Caitlin aveva bisogno per trovare suo padre. Ma non appena lei guardò, Scarlet si allungò e le gettò in acqua. “Scarlet!” Caitlin provò a urlare. Ma in realtà non riuscì ad emettere alcun suono e, mentre continuava a guardare, Scarlet si allontanò ancora di più da lei, scomparendo tra le enormi nubi della tempesta che si prefigurava all'orizzonte. “SCARLET!” Caitlin Paine si svegliò urlando. Si tirò su, respirando affannosamente, e si guardò intorno, provando a comprendere dove si trovasse. Era buio lì dentro: l'unica fonte di luce proveniva da una piccola apertura a pochi metri di distanza. Le sembrò di essere in un tunnel. O forse in una grotta. Caitlin sentì qualcosa di duro sotto di lei, e guardò in basso: si accorse di trovarsi distesa su un pavimento sporco, su piccole rocce. Lì faceva caldo ed era pieno di polvere. Ovunque si trovasse, non era affatto il clima scozzese. Faceva caldo e l'aria era secca — come se fosse in un deserto. Caitlin si mise a sedere, massaggiandosi la testa e strizzando gli occhi nell'oscurità; provò a ricordare, a distinguere tra sogni e realtà. I suoi sogni erano così vividi, e la sua realtà era così surreale, che stava diventando incredibilmente difficile affermare la differenza. Appena recuperò fiato, lentamente, mentre quelle tremende visioni si allontanavano nella sua mente, iniziò a capire che era tornata indietro nel tempo. Viva da qualche parte. In un nuovo luogo e in una nuova epoca. Percepì gli strati di polvere sulla pelle, tra i capelli, negli occhi, e sentì di aver bisogno di lavarsi. Faceva talmente caldo lì dentro, che era persino difficile respirare. Caitlin sentì una protuberanza familiare nella sua tasca e vi infilò la mano, constatando con sollievo che anche stavolta il suo diario aveva viaggiato con lei. Si controllò immediatamente anche l'altra tasca, e sentì le quattro chiavi, poi allungò la mano verso il collo, e sentì la sua collana. Tutti questi oggetti l'avevano seguita nell'ennesimo viaggio nel tempo. Ne fu davvero sollevata. Poi, ricordò. Caitlin si voltò di scatto,nel tentativo di vedere se anche Caleb e Scarlet fossero tornati indietro con lei. Intravide una forma nell'oscurità, immobile, e in un primo momento le sembrò che potesse trattarsi di un animale. Ma, non appena gli occhi si adeguarono alla visione al buio, si rese conto che era una forma umana. Si alzò lentamente, con il corpo che le doleva, indolenzito per aver giaciuto sulle rocce, e cominciò ad avvicinarsi. Camminò all'interno della cava, s'inginocchiò e spinse gentilmente la spalla della grande forma. Già sentiva di chi si trattava: non aveva bisogno che lui si voltasse, per verificare. Lei poteva sentirlo dall'interno della grotta. Era, seppe con sollievo, il suo unico e solo amore. Suo marito. Caleb. Non appena lui si girò sulla schiena, lei pregò che fosse tornato indietro in buona salute. Che si ricordasse di lei. Per favore, lei pensò. Per favore. Solo per l'ultima volta. Fa che Caleb sopravviva al viaggio. Appena Caleb si voltò, lei si accorse con sollievo che i suoi lineamenti erano intatti. Non vide alcun segno di ferite. Guardando più attentamente, constatò con gioia che respirava: il suo petto si sollevava e si abbassava — e, poi, le palpebre iniziarono muoversi. Caitlin si lasciò andare ad un enorme sospiro di sollievo, quando i suoi occhi si spalancarono. “Caitlin?” chiese. La ragazza scoppiò in lacrime. Il suo cuore divenne improvvisamente più leggero, mentre gli si avvicinava e lo abbracciava. Erano riusciti a viaggiare nel tempo insieme. Lui era vivo. Era tutto ciò di cui lei aveva bisogno. Non avrebbe potuto chiedere altro al mondo. Lui rispose al suo abbraccio, e lei lo tenne stretto a lungo, sentendo i suoi forti muscoli. Era davvero felice. Lo amava più di quanto non fosse in grado di esprimere a parole. Avevano viaggiato così tante volte, ritrovandosi in tanti luoghi ed epoche diversi insieme ed affrontando innumerevoli prove insieme, con alti e bassi; avevano sofferto tanto e festeggiato altrettanto. Lei pensò a tutte le volte che l'uno aveva quasi perso l'altra, alla volta in cui lui non si ricordava di lei, quando era stato avvelenato… Gli ostacoli nel loro rapporto sembravano non avere mai fine. E adesso, finalmente, ce l'avevano fatta. Erano di nuovo insieme, per l'ultimo viaggio indietro nel tempo. Ciò significava che sarebbero rimasti insieme per sempre? si chiese. Lo sperava, con ogni singola fibra del suo essere. Non ci sarebbero più stati viaggi indietro nel tempo. Stavolta, sarebbero rimasti insieme definitivamente. Caleb sembrava più vecchio quando la guardò. Lei stette a guardare i suoi lucenti occhi castani e poté sentire che l'amore sgorgava in lui. Sapeva che lui stava pensando la stessa cosa. Appena lei lo guardò negli occhi, tutti i ricordi le tornarono in mente. Ripensò al loro ultimo viaggio in Scozia. Tutto le passò per la mente, come un sogno orribile. All'inizio, tutto era così bello. Il castello, l'incontro con tutti i suoi amici. Il matrimonio. Mamma mia, il matrimonio. Era stata la cosa più bella che lei avesse mai potuto sperare. Guardò in basso, controllò il dito e vide l'anello. Era ancora lì. L'anello aveva viaggiato nel tempo con lei. Il simbolo del loro amore era sopravvissuto. Lei non riusciva a crederci. Era davvero sposata. E con lui. Lo prese come un segno: se l'anello era riuscito a tornare indietro nel tempo, attraverso tutto questo, se l'anello era sopravvissuto, allora anche il loro amore avrebbe potuto farlo. Vedere l'anello al suo dito la rincuorò davvero. Caitlin si fermò a riflettere su com'era essere una donna sposata. Era diverso. Più solido, più permanente. Aveva sempre amato Caleb, e aveva sentito che lui la ricambiava. Aveva sempre sentito che la loro unione sarebbe stata eterna. Ma adesso che era ufficiale, si sentiva diversa. Sentiva che erano davvero una cosa sola. Caitlin poi ripensò e ricordò che cos'era accaduto dopo il matrimonio: loro due avevano dovuto lasciare Scarlet, Sam e Polly. Avevano trovato Scarlet nel bel mezzo dell'oceano, avevano visto Aiden, appreso la terribile notizia. Polly, la sua migliore amica, era morta. Sam, il suo unico fratello, se n'era andato per sempre, abbracciando il lato oscuro. I suoi compagni di covo tutti sterminati. Era troppo per lei da sopportare. Non riusciva ad immaginare l'orrore, o una vita che non comportasse la presenza di Sam — o di Polly. Improvvisamente, i suoi pensieri andarono a Scarlet. Fu colta dal panico, si staccò da Caleb, precipitandosi a cercare all'interno della cava, chiedendosi se anche la figlia fosse riuscita a tornare indietro nel tempo con loro. Anche Caleb dovette avere lo stesso pensiero contemporaneamente, perché gli occhi gli si spalancarono. “Dov'è Scarlet?” chiese, leggendole la mente, come sempre. Caitlin si voltò e corse in ogni angolo della grotta, cercando tra le ombre nel buio nel tentativo di individuare qualsiasi traccia, forma o segno di Scarlet. Ma non ce n'erano. Lei cercò freneticamente, girando la cava in lungo e in largo con Caleb, esaminando ogni centimetro di essa. Ma Scarlet non c'era. Semplicemente non c'era. Il cuore di Caitlin sprofondò. Come poteva essere? Com'era possibile che lei e Caleb fossero tornati indietro nel tempo, a differenza di Scarlet? Come poteva il destino essere così crudele? Caitlin si voltò e corse alla luce del sole, in direzione dell'uscita della grotta. Doveva uscire fuori, continuare a cercare un qualsiasi segno di Scarlet. Caleb corse accanto a lei ed i due si precipitarono fuori dalla grotta, alla luce del sole, e si arrestarono davanti all'ingresso. Caitlin riuscì a fermarsi appena in tempo: una piccola piattaforma sporgeva appena fuori dalla caverna e poi la roccia scendeva a precipizio lungo un ripido fianco montuoso. Caleb si fermò accanto a lei. Erano lì, in cima e guardavano in basso. In qualche modo, Caitlin comprese, che si trovavano all'interno di una grotta, che si apriva in una montagna a decine e decine di metri di altezza. Non c'era modo per salire o per scendere. E se avessero fatto anche solo un altro passo, sarebbero precipitati nel vuoto. Sotto di loro, si estendeva un'enorme valle, che si allungava fino all'orizzonte per quanto l'occhio riuscisse a vedere. Era un paesaggio rurale e deserto, coperto da superfici rocciose e da occasionali palme. A distanza, si scorgevano colline ondulate e, proprio alle loro pendici, c'era un villaggio, composto da case in pietra e strade sporche. Al sole, faceva ancora più caldo, era insopportabilmente luminoso e caldo. Caitlin stava cominciando a rendersi conto che erano in un luogo e clima diversi da quelli scozzesi. E, a giudicare da quanto apparisse rudimentale quel villaggio, erano anche in un'altra epoca. Mescolati tra tutta la sporcizia, la sabbia e le rocce, c'erano segni di agricoltura e occasionali macchie di verde. Alcune di queste erano coperte di vigneti, che crescevano in file ordinate lungo i pendii ripidi, e tra esse c'erano degli alberi che Caitlin non riconobbe: piccoli e antichi alberi con rami intrecciati, e foglie d'argento che brillavano al sole. “Ulivi,” Caleb disse, leggendole di nuovo la mente. Ulivi? Caitlin si chiese. Dove ci troviamo? Si voltò a guardare Caleb, sentendo che lui riconosceva il luogo e l'epoca. Vide i suoi occhi spalancarsi, e comprese di aver intuito bene — e che era sorpreso. L'uomo stette a guardare il panorama, come se fosse stato un amico perduto da molto tempo. “Dove siamo?” lei chiese, quasi temendo di sapere. Caleb scrutò la valle dinnanzi a loro, poi infine, si voltò e la guardò. Dolcemente, disse: “Nazareth.” Si fermò, assimilando tutto quello che lo circondava. “A giudicare da quel villaggio, siamo nel primo secolo,” lui disse, voltandosi a guardarla con stupore, gli occhi erano pieni di eccitazione. “Forse ci troviamo all'epoca di Cristo.”

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