Fu il saluto che gli diede il Maestro Longwei. Nel dojo c’erano solo loro due. Con l’irritazione che cominciava a farsi sentire, Ares si stese a terra e iniziò. “Contando a voce alta.” “... tredici, quattordici, quindici ...” Solitamente, non se ne facevano mai più di venti. “... venticinque ... ventisei ...” Alla trentesima, le sue braccia cominciarono a tremare. “... trentacin-qu-ue ... tre-eenta ... seei ...” Con i muscoli in fiamme, si impegnò a continuare la sfida. Di quella si trattava. Ne era certo. “... tre...nta...noo...ve .... qu-a...ra....ntaa ...” Sul pavimento, era ormai ben visibile la chiazza del suo sudore. No, non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederlo cedere. Respirò il più profondamente possibile, i polmoni bruciavano. “… qua-raa-nta ... set ... q... r..