Come sempre, sebbene si trovassero in posizione sopraelevata, si potevano solo indovinare i numerosi giardini interni. Dal nuovo, e più grande di tutti, Peristilium Comune, a quelli molto ampi delle singole Case, al più contenuto del Praesidens, fino a quelli più piccoli adiacenti agli alloggi privati di docenti e personale. Gli venne spontaneo pensare come sarebbe stato bello poter sorvolare l’immenso edificio per osservare da vicino tutti quei cambiamenti. Immediatamente, gli si strinse il cuore ripensando a quante volte l’aveva fatto con Herakles. Il doloroso ricordo fu così palese, che Astrea si appoggiò a lui mentre gli stringeva forte la mano. Si voltò adagio a guardarla. L’ansiosa compassione dei suoi occhi mutò in conforto e speranza, non appena lui la fissò. Lentamente, lei avvicinò il viso al suo. Riconoscente, Ares accettò il suo bacio con crescente partecipazione finché il dispiacere svanì, lasciando posto alla dolce memoria di un caro insostituibile amico.
Le rivolse un lieve sorriso prima di commentare con sincerità, mantenendo affettuosamente il braccio sulle sue spalle. “Niente male. Niente male, davvero. Peccato, che non si possa dire altrettanto dell’interno. Soprattutto per l’arredamento.”
“Hai ragione. È un pensiero comune, considerata anche la permanenza per le feste.”
“Ti ho visto parlare con tutti i Vicari e i Senatores Invernali.”
“Ho suggerito una possibile … idea da proporre ai Dapifer e quindi al Magister Stiff, così come agli altri Rectores e al Consiglio Docenti.”
La strinse a sé e, dopo averle dato un bacio sulla guancia gelida, si informò. “E potrei saperlo anch’io il tuo consiglio?”
Lei si tolse un guanto per accarezzargli il viso, prima di dargli un caloroso bacio che gli riscaldò cuore e corpo.
“È vero, ed è giusto che sia così, che i cambiamenti stagionali della Domus ci insegnino ad apprezzare la diversità e questa nuova versione Invernale ne è la conferma. Per il Soggiorno Grande, tuttavia, proprio per lo spirito che lo ha generato, ho pensato che potrebbe essere carino, e comunque adeguato ai principi guida, adottare un arredamento che garbi a tutte le Familiae.”
“Intendi dire, ognuno il suo?”
“Mmm … Potrebbe essere una buona soluzione: è talmente vasto e articolato che potrebbero convivere armoniosamente i nostri diversi stili. Ancora meglio, però, potrebbe essere sceglierne un quinto, gradito da tutti. Qualcosa che ci accomuni tutti quanti.”
“Mica male, come concetto. Ma mettere tutti d’accordo, non sarà una passeggiata.”
“No, di certo. Ma anche questo può essere utile … E poi non dobbiamo fare tutto subito. Voglio dire, che non è necessario aspettare di aver scelto la versione definitiva per modificarlo. Potremmo procedere per gradi. Con l’assenso di tutti, è ovvio.”
“E cosa hanno detto?”
“La mia proposta ha incontrato il favore generale e …”
“Avrei voluto vedere il contrario!” dichiarò lui, baciandole la mano e guadagnandosi un suo sorriso dolcissimo.
“Sei sempre così generoso …”
“Dico solo la verità.” affermò determinato, dandole un bacio che lei ricambiò grata.
“Secondo Gloria e Jason potrebbe essere accolta anche da Stiff.”
“Si può fare qualcosa per sostenere la tua proposta?”
“Sì. Essere gentili con gli Invernali e dimostrare di gradire come è ora la Domus fuori e … dentro.”
Ares emise un lungo sospiro rassegnato. “D’accordo.” Quindi, voltatosi verso di lei, col suo solito irresistibile sorriso, insinuò con fare seducente. “Cosa non farei per te.”
Si avvicinò, sporgendo le labbra e socchiudendo gli occhi, fiducioso di raccogliere il compenso che considerava logicamente dovuto.
“Veramente … Non è per me. A me sta bene così com’è.” obiettò lei, con voce seria, mortificando le sue aspettative e raggelando i suoi entusiasmi.
Un guizzo divertito nei suoi occhi nocciola brillante gli rivelò che scherzava e quindi stette al gioco. La loro schermaglia proseguì fino al rientro alla Domus, dove li attendeva un’incombenza straordinaria.
Quella mattina, nella bacheca all’ingresso dell’Auditorium era affisso l’annuncio, che invitava tutti gli allievi a partecipare alla decorazione della Domus, sia per la celebrazione Invernale di Geamhradh, che avrebbe avuto luogo la sera, sia per Geohjul e Capodanno. I Vicari e i Senatores di tutte la Familiae erano reclutati d’ufficio per coordinare, di concerto con i Dapifer, il lavoro dei volontari. Ares aveva aderito immediatamente e non solo perché lo aveva fatto Astrea. Gli piaceva la prospettiva di impiegare a profusione l’Antica Sapienza per qualcosa di dilettevole, anziché per lo studio e, soprattutto di sua scelta, piuttosto che per obbligo. Molti altri studenti erano stati del suo stesso parere, cosicché l’iniziativa aveva visto all’opera la quasi totalità della scolaresca per l’intera giornata con risultati davvero eccellenti.
Il perimetro di tutti i locali era adornato, a varie altezze, da cospicue ghirlande di agrifoglio e fronde di pino costellate di minuscole libellule scintillanti che danzavano incessantemente, lanciando bagliori variopinti tutt’intorno. Sulle pareti erano state applicate grandi stelle luminose che giravano senza sosta, mutando grandezza e forma a ogni rotazione. Nell’Atrio d’Onore, Tablinum Magnum e Auditorium troneggiano numerosi abeti di varie dimensioni sontuosamente addobbati e ovunque galleggiavano globi di luce di svariate misure: dalle più minuscole, che si raggruppavano a formare animali e fiori, alle più grandi decorate come corpi celesti. Dappertutto, c’erano notevoli composizioni di variopinti fiori dai soavi profumi, che si mescolavano piacevolmente al fresco aroma delle conifere.
A metà pomeriggio tutto era pronto per la serata nella soddisfazione generale e, soprattutto, degli Invernali che avevano molto gradito la collaborazione dei compagni delle altre Familiae.
Secondo gli allievi del quinto anno, la festa di quella sera fu la più riuscita che avessero mai visto. In effetti, giovani e adulti avevano manifestato per tutto il tempo allegria e spensieratezza, come se nulla fosse accaduto solo cinque giorni prima. C’era chi aveva giurato di aver visto Stiff addirittura ridere più di una volta. Al termine, la maggioranza dei ragazzi cominciò a considerare che non sarebbe stato noioso, come pensavano, trascorrere le vacanze alla Domus. Alla mutata opinione avevano senz’altro contribuito i Gazzettieri che – all’altezza della loro fama – avevano fatto circolare la notizia che per il pranzo di Geohjul ci sarebbero state notevoli sorprese. Secondo l’opinione comune, era più che probabile che gli ospiti esteri avrebbero fatto loro un’altra graditissima visita.
Dato il cambiamento di programma, i Saggisti decisero che avrebbero approfittato dell’occasione per accelerare lo studio e fare le prime prove e, per lo stesso motivo, venne fissata una nuova riunione della SIGH, lunedì a metà mattinata.
Alle undici in punto erano tutti alle serre in disuso.
“Abbiamo esaminato scrupolosamente anche i giornali Opachi ricevuti ieri.” esordì Crispin. “L’obiettivo era quello di assicurarci, una volta per tutte, che non ci fossero eventi riconducibili alla fuga in massa di una settimana fa. Abbiamo già detto che, forse, i tizi che hanno fatto scappare quella masnada di filibustieri erano talmente impegnati a distruggere una parte del carcere, che non si sono preoccupati di mascherare la cosa agli Opachi. Sappiamo tutti che il Mondo Opaco non si accorge di noi solo perché vengono utilizzati potentissimi sortilegi di occultamento. Quindi, abbiamo pensato che magari potevamo avere un po’ di fortuna.” Il valente cronista Autunnale prese fiato, prima di emettere un rapido sospiro deluso. “Confermiamo che, purtroppo, non sono state pubblicate notizie che possano far pensare all’evasione. In tutto il Paese non si sono verificati né attentati terroristici, né esplosioni di edifici, per qualsiasi causa, da nessuna parte. Naturalmente, ci sono state le solite disgrazie. Niente di tanto anomalo, però, da poter essere collegato a quella faccenda. Di conseguenza, o il Noxanigra è in una località arcana non tracciabile – E allora siamo fritti. Perché non riusciremo mai a cavare un ragno dal buco, dato che questo tipo di luoghi è talmente celato, che è come se non esistesse, difatti neppure i Lumen ne hanno percezione – o …”
“Non credo.” confutò Ares con decisione, rabbuiato. “Non sarebbero riusciti neppure quei … tizi a scoprire dov’era.”
“Cosa ti fa essere così sicuro?” si incuriosì Gordon.
Lui, che non poteva dire che il Maniero, la dimora della Casata Draig, era anch’esso a occultamento totale, improvvisò lì per lì. “L’ho letto.”
“Dove?” chiese Wilfred.
“Non so bene dove … Da qualche parte, mentre facevo una ricerca per … altro. Non mi interessava approfondire, così so solo che per raggiungere un posto non tracciabile, è necessario conoscere le intere formule specifiche, che sono estremamente complesse e mai meno di cinque, dello Scudo Eclypse impiegato. Ma più di questo, considerando l’elevato numero di persone che, per un motivo o l’altro, frequentano il penitenziario, penso che una protezione simile sia alla fine inefficace e quindi inutile.”
“Ineccepibile.” si complimentò Hector.
“Sì, sono d’accordo. Il Noxanigra non può essere di quel genere.” convenne Archie, subito imitato da parecchi altri.
“Meglio così.” stabilì Crispin, proseguendo alquanto lugubre. “Non che faccia differenza, comunque. Non ci sono speranze di scoprire di più. È evidente che i tizi si siano premuniti a dovere, anche per evitare di avere addosso gli Opachi, oltre a un esercito di Lumen.”
Tacque in attesa di repliche, che si limitarono a sospiri rassegnati.
“Ci sarebbe un’altra ipotesi.” intervenne Astrea, dopo un lungo silenzio assorto, attirando gli sguardi di tutti. “Che l’aggancio che cerchiamo esiste, ma non riusciamo a riconoscerlo.”
La sua affermazione suscitò una ridda di commenti disparati: dubbiosi, decisamente contrari, possibilisti, pienamente a favore.
“Ma non è possibile! Abbiamo spulciato le notizie una per una fino all’esaurimento nervoso.” confermò Calvin, tra l’avvilito e il dispiaciuto.
“Papino dice che sono stati i Prefrigidis.” annunciò serafica Eulalia Straamb, guadagnandosi l’attenzione generale.
“I Pref… che?!” “E che cosa sarebbero?” domandarono insieme Tib&Tuc, mentre Archie constatò accigliato. “Ma allora ci hai parlato con … papino!”
Lei sollevò le spalle, confermando imperturbabile. “No.”
“Ma allora come hai …” “Ma se hai detto …”
“Ho ricevuto una lettera. Papino scrive sempre.”
Archie fece un notevole sforzo per controllarsi, mentre si accertava. “Voglio sperare, che tu gli abbia scritto di dirti se sa dov’è. Quindi cosa ti ha risposto?”
“Mica posso scrivergli, io.”
“Cosa?! Ma è inconcepibile!” replicò Peak, sconcertato.
“Perché no? Non c’è niente di strano. Non è reperibile.” rispose placida.
Archie alzò gli occhi al cielo e poi rivolse alla cugina – responsabile, anzi secondo lui colpevole, di aver coinvolto la bizzarra nuova venuta nel loro gruppo – uno sguardo furente, intimandole di rendersi utile.
Ammettendo, suo malgrado e solo con sé stessa, che quella reazione era giustificata, Wilma riprese, non senza disagio. “Ehm … dicevi che, secondo il tuo papà, sono stati quei … Prefrigidis.”
L’altra annuì distrattamente.
“E sarebbero?”
“Sono creature che trasformano in ghiaccio tutto ciò che sfiorano.”
“Ma come avrebbero potuto distruggere un edificio fortificato e sicuramente protetto da chissà quali Sapienze avanzate?” indagò perplesso Gordon.
“Papino dice che non dobbiamo prendere le cose alla lettera e poi, se tutto viene imprigionato nel ghiaccio, il risultato finale è lo stesso, no?” spiegò lei, con la solita aria trasognata.
Gli Inv si guardarono allibiti.
Giudicando che fosse meglio lasciar perdere, Ares intervenne prima che qualche commento troppo salace rovinasse l’ottima intesa di gruppo. “È stato fatto un gran bel lavoro e, dato che si è quasi ora di pranzo, direi di fermarci qui. Se siete d’accordo, potremmo vederci domani.”
Mentre tutti assentendo si alzavano, Astrea propose. “Chi lo desidera può dare una scorsa alla raccolta dei periodici Opachi.”
Alle occhiate risentite di Crispin e contrite di Calvin, chiarì. “È fuori discussione, che sia stato fatto un esame molto accurato.”
L’Autunnale si rilassò e l’Estivo del terzo anno sospirò, sollevato.