“Purtroppo sì ...” ammise Pangus, chinando la testa, ancora più triste di prima.
“Noo! E chi è ... Non può essere ... Non … Mira ...” gridò Ares scioccato, sbarrando gli occhi.
“NO, no! Lei no. Ma Ve…” Il satiro si bloccò all’istante dal rivelare identità che dovevano rimanere protette. “Non li conoscete … Se la sono vista brutta. Sono ricoverati, ma se la caveranno ... Per altri, invece, è andata peggio. Ci vorrà un bel po’ di tempo, prima che si rimettano in sesto. Per fortuna sono tutti vivi e, visto cosa successo, è un miracolo.”
“Ma come è avvenuto?” verificò lui diretto.
“È stato così improvviso che stanno ancora cercando di ricostruire l’accaduto. È stato un attacco massiccio. Pare che abbia addirittura distrutto l’intera ala dell’edificio dove erano rinchiusi quei manigoldi.” rispose il fauno, quasi distrattamente, come se avesse la mente altrove.
“Ma adesso cosa stanno facendo per riacciuffarli?” si informò Archie.
Pangus prese un biscottone, che si mise a sgranocchiare rumorosamente mentre guardava a terra, sconsolato. “Questa non ci voleva, non ci voleva proprio. Ora che le sue AnimeNere sono libere, oltre ad altri Dyaul a sostenerlo e chissà quali altri Malwaz e Feral dalla sua parte, e in più con questa nuova alleanza adesso … chi lo ferma più.”
“Quale alleanza?” si lasciarono sfuggire all’unisono i due amici, non riuscendo a frenare la curiosità. E fu un errore.
Pangus si riscosse, rendendosi conto solo in quel momento di parlare a dei ragazzi che dovevano tenersi alla larga da quelle faccende. Si alzò autoritario, rimproverandoli. “Niente che vi riguardi! Anche se non avete lezione, non dovevate venire qui, soprattutto dopo quello che è capitato stanotte. Forza, che vi porto alla Domus col kuxin.”
“Ma … Loro mica possono venire qui, vero Pangus? Cioè voglio dire, la Domus è un posto sicuro. E anche il Parco, vero? Non possono entrare qui.” balbettò con voce tremante Archie.
Il satiro non rispose subito. Sembrava immerso in cupi pensieri, come se anche lui si stesse chiedendo, se la Domus e i suoi domini fossero davvero protetti in modo certo da tali incommensurabili minacce. Quindi ribadì con veemenza, forse eccessiva. “Ma cosa vai a pensare? Certo che qui è sicuro. È il posto più sicuro del mondo. Neanche Belyal in persona si azzarderebbe a venire qui! Né nella Domus, né nei suoi territori del Keep. Sia ben chiaro.”
Irriducibili, i due provarono a porgli altre domande, ma non ci fu più verso di cavargli niente. Tentarono allora di ammorbidirlo, pregandolo di non mandarli via, visto che erano liberi e a loro faceva piacere stare in sua compagnia. Pangus però fu irremovibile e li accompagnò fino all’ingresso della loro Casa, aspettando che entrassero prima di andarsene.
Erano ormai le dieci e mezza passate. Ares e Archie fecero un giro per la Domus. Dappertutto, non solo nell’Atrio d’Onore e nel Tablinum Magnum, c’erano capannelli di studenti di ogni anno che discutevano sommessamente, con espressioni più preoccupate, che rammaricate.
“Ma secondo te, dov’è Slay?” sondò Archie, in tono polemico.
“Starà festeggiando.” ribatté Ares, decisamente contrariato.
“Non si vedono nemmeno Graves, Sloum e Wayr. Mi sa che hai ragione.” commentò l’amico disgustato.
“No, li hanno spediti a casa.” li informò la voce seccata di Wilma alle loro spalle.
“Cosa?!” si stupirono entrambi, voltandosi di scatto.
“Sì, è certo. Visto che manca poco a Geohjul, il Consiglio Docenti ha deciso di concedere a tutti e tre la partenza anticipata per stare vicini alle famiglie, o meglio alla larga dalle inevitabili reazioni da parte del resto della scolaresca. Pare ci siano state pressioni da parte di Stiff, ma forse sono solo malignità. Io ancora mi chiedo come non li abbiano espulsi.” si interrogò lei, arrabbiata.
“Astrea ti direbbe che le colpe dei padri non devono essere pagate dai figli.” sentenziò ironico il cugino, facendo bonariamente il verso alla comune amica.
“Mmm, lo so come la pensa. Ma io sono lo stesso convinta che abbiano una bella faccia tosta a farsi vedere in giro. Padri criminali e adesso evasi alla macchia. Oh, ma sono quasi le undici! Dobbiamo andare.”
All’arrivo di tutti al deposito, Ares riferì ciò che avevano saputo da Pangus e quindi lasciò la parola ai compagni.
“Noi Lumini abbiamo parlato col genitore Lumen. Ovviamente, erano tutti preoccupati. Non vi dico mia madre! Era quasi isterica, mi ha minacciato di cose terribili, se mi sposto di qui. Quindi, ragazzi, dovrò rimanere alla Domus per Geohjul. Sai che barba!” si sfogò Sean che, viste le occhiatacce dei presenti, ritornò subito in tema. “Be’, dicevo ... Naturalmente, ho parlato anche con mio padre e ne ho approfittato per chiedere se c’era stata qualche notizia strana. Parrebbe di no.”
“Veramente, mamma mi ha detto che nostra zia, che vive in Cornovaglia, sulla costa nord, si è presa uno spavento pazzesco la scorsa notte e ne hanno parlato tutti i giornali.” comunicò Calvin, attirando gli sguardi di tutti che si voltarono di scatto verso di lui. “C’è stata una tromba d’aria o un uragano, non si è capito bene, che ha fatto un bel po’ di disastri da Polzeath a Tintagel.”
“Ah, va be’! Se è per quello, anche mia madre mi ha detto che ieri notte c’è stato l’inferno sulla costa tra Mizen Head e Kinsale.” precisò Sean, i cui genitori vivevano nella Contea di Cork, sulla costa meridionale dell’Irlanda.
“Ma cosa c’entra? È da un pezzo, l’abbiamo detto anche nell’ultima riunione, che ci sono fenomeni meteorologici anomali, come li definisce qualcuno sui giornali Opachi.” obiettò Crispin, con fare pratico.
“Forse non c’entra niente, ma credo che valga la pena raccogliere più dettagli al riguardo.” osservò pensosa Astrea, con gli occhi stretti a fessura.
Ares la osservò a lungo, mentre gli altri compagni proseguivano i loro racconti. Era sicuro che avesse in mente qualcosa di preciso e che ci stesse pensando da molto tempo, anche. Non si spiegava, però, la sua riluttanza a parlarne.
“Dopo mamma, ho sentito mia zia Gunilla, che è Vice Accusator.” intervenne Cathy MacDuff. “Come logico, ha minimizzato. Oltre che di carattere, il lavoro che fa le impone la massima riservatezza. Non mi aspettavo quindi che mi dicesse nulla di … esplicito, ma anche lei mi ha detto, come la mamma, che sarebbe molto meglio se mi fermassi alla Domus finché la situazione non si … normalizza. Ha usato proprio questo termine. La conosco molto bene: è allarmata. E vi assicuro che, con tutti i delinquenti con i quali ha a che fare, non è il tipo da spaventarsi senza un buon motivo.”
Ares assentì. Aveva conosciuto Gunilla Marcia Laverna Iuturna Rhosyn MacDuff quando aveva rilasciato la sua deposizione sui misfatti accaduti al Mausoleo, identificandone poi i responsabili nei detenuti che gli erano stati mostrati. Gli era bastato quell’incontro, per capire di che stampo fosse quella donna glaciale che, oltre a non lasciar trapelare alcun suo pensiero, dava anche l’impressione di non aver paura di nulla. Allora, non aveva fatto mente locale che potesse essere parente della dolce e discreta amica Autunnale che, come Horatio, pur essendo nobile, non solo non lo faceva notare, ma quasi se ne schermiva.
Furono in diversi altri a confermare che, sebbene avessero ricevuto dai loro famigliari ferme rassicurazioni che non sussistevano pericoli, erano stati anche loro esortati a non lasciare il Lyceum.
“Abbiate pazienza.” sbottò Charlie, che era pure lui della partita. “Se è davvero tutto sotto controllo, come sostengono, perché diamine dobbiamo restare chiusi qua dentro?!”
“Be’ è chiaro, no?” replicò d’acchito Crispin. “Non è vero che va tutto bene.”
“Sì, ma cosa c’entriamo noi? E poi, perché qui dovrebbe essere diverso da casa?!”
“Perché qui «È il posto più sicuro del mondo.»” affermò con decisione Archie, citando l’esatta risposta che gli aveva dato Pangus poco prima.
“Ma allora … Sono loro, voglio dire i nostri genitori e parenti a essere in pericolo!” si impensierì spaventata Pamela, alla quale si associarono parecchi altri, dando vita a una ridda di ipotesi sempre più angosciate.
“Calmatevi!” intervenne Ares con una certa autorevolezza. “Non credo che l’obiettivo di quei criminali siano le vostre famiglie …”
“Ma allora perché vogliono che rimaniamo qui?” lo interruppe agitato Wilfred, subito imitato da molti altri.
“Perché è normale essere protettivi con i propri piccoli.” chiarì con serena sicurezza Astrea. “Ed è ovvio che avrebbero un pensiero in meno, sapendo che noi siamo al sicuro.”
L’intera assemblea tirò un gran sospiro: chi di rassegnazione, chi di sollievo.
“Bene. Tornando alle nostre … questioni. Eulalia, sei riuscita a sapere qualcosa da tuo padre?” appurò Ares, che da tempo era impaziente di fare quella domanda.
La ragazza dalla perenne aria svagata lo guardò come se le avesse parlato in una lingua sconosciuta. “Papino è via … per un’inchiesta.”
“Ma ovunque si possa trovare a Lumenalia puoi parlargli quando vuoi con i mirail che ci hanno messo a disposizione!” contestò acido Archie.
“Non è … raggiungibile.” precisò lei, con fare distratto.
Archie controllò a fatica il forte sbuffo stizzito, che gli era venuto spontaneo mentre guardava Ares, anche lui parecchio infastidito. Entrambi rivolsero la stessa espressione irritata a Wilma che quel giorno era spesso assente, di certo in pensiero per il padre, nonostante lui stesso l’avesse tranquillizzata con amorevole fermezza.
Astrea mise fine all’imbarazzo, ricordando. “Dobbiamo andare adesso, altrimenti a pranzo noteranno la nostra assenza.”
Furono tutti d’accordo e, come di consueto, si allontanarono alla spicciolata.
Nel pomeriggio gli Estivi e i Primaverili del quarto anno avevano lezione di M&M e CN. Come era prevedibile, con la Douglass non ci fu verso di sapere nulla. Al contrario, Brune fu più comprensivo e, all’ennesima richiesta dei giovani, si arrese.
“Credetemi, ragazzi. Non se ne sa molto. Per motivi di sicurezza, il Dicastro vuole mantenere il più assoluto riserbo. Siete abbastanza intelligenti per capire che non si tratta di occultare notizie, ma di salvaguardare le operazioni in corso e chi se ne occupa. Se tutti i dettagli fossero di pubblico dominio, la controffensiva che l’Aegis e Vigilantia hanno organizzato perderebbe gran parte della sua efficacia.”
“Mi scusi Magister, ho avuto l’impressione, mi corregga se sbaglio,” si accertò Hildebrand che, come aspirante Defensor, era particolarmente interessato all’argomento. “che rispetto al fatto che dei pericolosi Dyaul, tra l’altro potenti collaboratori del Despota, siano fuggiti, ci sia maggiore preoccupazione per l’evasione in sé stessa.”
“Sì! Hildy ha ragione.” lo sostenne senza indugio Charlie.
“È per questo che molti genitori ci hanno chiesto di trattenerci qui per Geohjul? Perché chi ha liberato quei criminali è più pericoloso di loro?” si informò Pamela, impaurita.
Ares la ringraziò mentalmente per tanta innocente franchezza, mentre guardava con attenzione il docente senza farsi notare. Drystan aveva mantenuto il perfetto controllo, benché un fugace lampo nei suoi occhi svelò che la schietta compagna non era andata molto lontana dalla verità.
“Mi pare evidente, che coloro che hanno liberato le AnimeNere siano sostenitori di Belyal e se sono così forti da essere riusciti in un’impresa del genere che, a quanto pare, era stata esclusa da tutti, si tratti di … gente davvero temibile.” osservò Miranda razionalmente, ma con voce che tradiva una forte apprensione.
Astrea approfittò dell’ammutolito sconcerto causato da quel logico rilievo, per puntualizzare. “Professore, mi perdoni, ma considerando l’elevatissima preparazione dei Defensores e dei Vigiles, per tacere del Curator del Noxanigra, dei Custos e di chi ha predisposto le speciali misure di sicurezza di quell’ala, mi viene spontaneo pensare che siano entrati in gioco nuovi fiancheggiatori del Despota. Intendo, sconosciuti anche ai più esperti.”