CAPITOLO QUATTRO

1903 Words
CAPITOLO QUATTRO Riley si sedette al tavolo nella cucina, di fronte al Capo Hintz. Per un istante, quest’ultimo si limitò a guardarla, tenendo una matita sopra ad un taccuino. Riley si chiese se fosse il caso di dire qualcosa. Sollevò lo sguardo, e vide che l’Agente Frisbie si era posizionata su un lato, appoggiata ad un piano di lavoro. La donna aveva un’espressione irritata sul volto, come se non fosse molto felice del risultato degli interrogatori. Riley si domandò se la Frisbie fosse infastidita dalle risposte delle ragazze o dal modo in cui il suo capo stesse conducendo gli interrogatori. Infine, il capo esordì: “Innanzitutto, la vittima ti ha mai dato motivo di credere che temesse per la sua sicurezza?” Riley fu scossa da quel termine … Vittima. Perché non poteva semplicemente riferirsi a lei, chiamandola Rhea? Ma doveva rispondere a quella domanda. La sua mente tornò alle recenti conversazioni, ma ricordò soltanto degli scambi innocui, come quello che lei, Trudy e Rhea avevano avuto quella sera, sul fatto che Riley prendesse o meno la pillola. “No” Riley rispose. “Qualcuno ce l’aveva con lei? Di recente, c’è stato qualcuno arrabbiato con lei?” Quell’idea sembrò, di per sé, curiosa a Riley. Rhea era, era stata, una ragazza così piacevole ed amabile, che Riley non riusciva ad immaginare che qualcuno potesse restare arrabbiato con lei per più di qualche minuto. Ma si chiese … Non ho visto dei segnali? E le altre ragazze avevano detto ad Hintz qualcosa che lei stessa non sapeva? “No” Riley rispose. “Andava d’accordo con tutti, per quanto ne sapessi.” Hintz fece una pausa di un istante. Poi, riprese: “Raccontaci che cos’è successo quando tu e le tue amiche siete arrivate al Covo del Centauro.” Una scarica di sensazioni sopraffece Riley: Rhea e Trudy che la spingevano oltre la porta, nel fitto fumo di sigaretta e la musica assordante … Aveva bisogno di rivivere il tutto? No, sicuramente Hintz voleva soltanto sentire i fatti principali. Disse: “Cassie, Heather e Gina si sono dirette al bar. Trudy voleva che ballassi con lei e Rhea.” Hintz revisionò gli appunti che aveva preso durante gli interrogatori delle altre ragazze, che naturalmente gli avevano detto ciò che sapevano di Riley, incluso il fatto che quest’ultima si era allontanata da loro per andare di sotto. “Ma non hai ballato con loro” l’uomo disse. “No” Riley rispose. “Perché no?” Riley era stupita. Che cosa importava la sua riluttanza a ballare? Poi, notò che l’Agente Frisbie le rivolse uno sguardo comprensivo e scosse il capo. Sembrava ovvio che la donna ritenesse Hintz un incapace, ma non poteva farci nulla. Riley disse lentamente e attentamente: “E’ solo che io … beh, non ero molto dell’umore di andare a una festa. Avevo provato a studiare ma Rhea e Trudy mi ci hanno trascinata. Perciò, ho preso un bicchiere di vino e mi sono diretta di sotto.” “Da sola?” Hintz chiese. “Sì, da sola. Mi sono seduta su una panca da sola.” Hintz sfogliò il suo taccuino. “Quindi non hai parlato con nessun altro mentre eri al Covo del Centauro?” Riley rifletté per un momento, poi disse: “Beh, Harry Rampling è venuto al mio tavolo …” Hintz abbozzò un sorriso alla menzione del nome di Harry. Riley intuì che, come molti della comunità, probabilmente il capo aveva un’opinione piuttosto alta del quarterback della scuola. Lui chiese: “Si è seduto con te?” “No” Riley rispose. “L’ho mandato via.” Hintz si accigliò, disapprovando, infastidito apparentemente dal fatto che una ragazza qualunque avesse così poco cervello da poter rifiutare un vero eroe come Harry Rampling. Riley stava cominciando a sentirsi un po’ esasperata. Perché il suo gusto per gli uomini aveva importanza, comunque? Che cosa aveva a che fare con quello che era accaduto a Rhea? Hintz chiese: “Hai parlato con qualcun altro?” Riley deglutì. Sì, aveva parlato con qualcun altro. Ma avrebbe messo nei guai quel ragazzo parlando di lui? Lei disse: “Ecco … uno studente di giurisprudenza è venuto alla mia panca. Si è seduto con me, ed abbiamo chiacchierato per un po’.” “E poi?” Hintz chiese. Riley alzò le spalle. “Ha detto che doveva studiare e se n’è andato.” Hintz si mise a trascrivere appunti. “Come si chiama?” chiese ora. Riley disse: “Ascolti, non capisco perché lui sia importante. E’ soltanto uno dei tanti ragazzi al Covo del Centauro. Non c’è alcun motivo perché lei pensi ...” “Rispondi alla domanda.” Riley inghiottì rumorosamente e disse: “Ryan Paige.” “Lo avevi incontrato prima?” “No.” “Sai dove vive?” “No.” Riley si sentì contenta che Ryan fosse riuscito a restare così misterioso, senza fornirle il suo indirizzo o il suo numero di telefono. Non c’era alcun senso nelle domande su di lui, e di certo, non voleva che finisse nei guai. Sembrava quasi stupido che Hintz insistesse. E Riley dedusse, dal modo in cui l’Agente Frisbie roteava gli occhi, che la pensava allo stesso modo. Hintz picchiettò il gommino della matita contro il tavolo e chiese: “Hai visto Rhea Thorson con qualcuno in particolare al Covo del Centauro? Oltre alle amiche con cui sei andata, voglio dire.” Riley stava iniziando a provare più frustrazione che nervosismo. Hintz non comprendeva nulla di quanto lei stava dicendo? “No” la giovane rispose. “Come ho detto, sono andata via da sola. Non ho più visto Rhea da allora.” Hintz continuava a picchiettare con il gommino, guardando i propri appunti. Lui domandò: “Il nome Rory Burdon significa qualcosa per te?” Riley rifletté rapidamente. Rory … Sì, quel nome le era familiare. Lei disse: “Rhea sembrava interessata a lui, immagino. L’ho vista ballare con lui altre volte al Covo del Centauro.” “Ma non stasera?” Riley soffocò un sospiro. Voleva dire … Quante volte devo ripeterglielo, non ho più visto Rhea dopo che sono arrivata lì? Invece, si limitò a dire: “No.” Immaginò che Rory dovesse essere stato anche lui al locale, e che le altre ragazze avessero detto ad Hintz di aver visto Rhea intorno a lui. “Che cosa sai di lui?” Hintz chiese. Riley fece una pausa. Il poco che sapeva sembrava irrilevante. Rory era un ragazzo alto, magro e strano con spessi occhiali e tutte le ragazze, ad eccezione di Riley, avevano preso in giro Rhea per essere interessata a lui. Lei disse: “Non molto, tranne il fatto che vive da qualche parte fuori dal campus.” Si rese conto che Hintz la stava di nuovo fissando, come se si aspettasse che la ragazza aggiungesse altro. Hintz lo considera un sospettato? si chiese. Riley era certa che il capo fosse proprio fuori strada, se sospettava di Rory. Il ragazzo le era sempre parso timido e gentile, neanche un po’ aggressivo. Stava per dirlo ad Hintz, ma il capo della polizia tenne lo sguardo sulle carte di fronte a lui, e proseguì poi con le sue domande. “Quando hai lasciato il Covo del Centauro?” domandò. Riley fece del proprio meglio per ricordare l’ora; era stato piuttosto tardi. Poi Hintz chiese: “Prima di andartene, hai visto qualcuna delle tue amiche?” Riley ricordò di aver visto le ragazze barcollare in fondo alle scale, e il modo in cui Trudy stava portando il boccale di birra, quando lei aveva chiesto … “Hey, Riley! Chi era il ragazzo carino?” Riley disse: “Trudy, Heather, Gina e Cassie sono scese tutte di sotto. Hanno detto che Rhea se n’era già andata. Ed è stato allora che sono andata via.” Mentre Hintz prendeva appunti, la testa di Riley cominciò a riempirsi di domande. Ricordò di aver chiesto dove fosse Rhea, e Trudy aveva risposto … “Non lo so. Dov’è Rhea?” … e poi Heather aveva detto … “Rhea è tornata al dormitorio.” Riley si chiese che cosa Heather o qualcuna delle altre ragazze sapessero della partenza di Rhea. Sapevano se aveva lasciato il Covo del Centauro da sola oppure no? E che cos’avevano detto ad Hintz in merito? Riley avrebbe voluto chiedere, ma sapeva che non avrebbe dovuto farlo. “Hai lasciato il bar da sola?” Hintz le domandò. “Sì” fu la risposta di Riley. “E sei tornata al dormitorio da sola?” “Sì.” Hintz si accigliò ancora di più, mentre la guardava. “Sei certa di aver fatto una cosa saggia? La scuola offre un servizio di accompagnamento per attraversare il campus di notte. Perché non l’hai contattato?” Riley deglutì. Questa le sembrava la prima domanda davvero buona che Hintz le aveva posto finora. Lei disse: “A dire il vero mi sono sempre sentita al sicuro a camminare di notte per il campus. Ma ora …” La sua voce si interruppe. Adesso le cose sono davvero diverse, pensò. Hintz si accigliò di nuovo. “Beh, spero che sarai più giudiziosa in futuro. Specialmente dopo aver bevuto tanto.” Riley sgranò gli occhi. “Ho soltanto bevuto un bicchiere di vino” replicò. Hintz strizzò gli occhi verso di lei. La giovane intuì dalla sua espressione che pensava che stesse mentendo. Le altre ragazze dovevano aver ammesso di aver bevuto molto, e lui desumeva che lo avesse fatto anche Riley. Lei era infastidita dal suo atteggiamento, ma si disse rapidamente che, qualunque cosa Hintz pensasse di lei, non importava al momento. Sarebbe stato stupido e futile mostrarsi risentita al riguardo. Hintz continuò a trascrivere sul taccuino e disse: “E’ tutto, per adesso. Devi obbedire alle stesse regole di tutti gli altri al dormitorio. Resta nella tua stanza stanotte. Non lasciare il campus fino ad ulteriori istruzioni. Presto, ti faremo delle altre domande.” Riley era stranamente stupita. Tutto qui? si chiese. L’interrogatorio era davvero terminato? Perché senz’altro, lei aveva ancora delle domande, anche se Hintz aveva terminato. Una domanda in particolare le era sorta in mente sin da quando aveva scoperto il corpo di Rhea. Ricordò di essere entrata nella stanza poco illuminata dell’amica, e di aver visto la sua gola squarciata e gli occhi spalancati, ma non si era fermata a guardare attentamente il corpo. Con voce esitante, si rivolse ad Hintz … “Potrebbe dirmi … sa …” Improvvisamente, si rese conto di quanto fosse difficile persino formulare quella domanda. Proseguì: “Prima di morire … prima che lei fosse uccisa … Rhea è stata …?” Non riusciva a pronunciare la parola … Violentata. E dall’espressione spenta di Hintz, Riley dedusse che non riusciva proprio ad immaginare ciò che lei stava provando a chiedere. Per fortuna, l’Agente Frisbie comprese ed intervenne: “Non so dirlo per certo, il coroner ci sta ancora lavorando. Ma non penso che abbia subito violenza sessuale. Mi è sembrato che i suoi vestiti non siano stati toccati durante l’aggressione.” Respirando un po’ meglio, Riley rivolse alla Frisbie uno sguardo di silenziosa gratitudine. La donna annuì leggermente, e Riley lasciò la cucina. Quando Riley uscì dalla sala comune, si ritrovò a chiedersi ancora che cosa le ragazze avessero detto ad Hintz, ad esempio, se Rhea avesse lasciato il bar da sola oppure no. Sapevano qualcosa che era accaduto a Rhea di cui lei era ignara? Dopotutto, erano state con lei finché non aveva deciso di andarsene. Quando Riley giunse in fondo al corridoio, vide che due poliziotti del campus erano posizionati fuori dalla stanza di Rhea, ora sigillata con il nastro della polizia. La ragazza rabbrividì all’idea che il corpo dell’amica fosse ancora lì, in attesa dell’operato del coroner. Riley trovò difficile immaginare che qualcuno avrebbe dormito di nuovo in quella stanza, ma naturalmente, non sarebbe rimasta per sempre vuota. Riley aprì la porta della sua stanza, che era buia all’interno, ad eccezione della luce che proveniva dal corridoio. Vide Trudy girarsi nel letto, per guardare il muro. E’ ancora sveglia, Riley pensò. Forse ora potevano parlare, e Riley avrebbe potuto ottenere delle risposte alle sue domande. Riley chiuse la porta, sedette sul proprio letto e disse: “Trudy, mi chiedevo se forse potevamo parlare dei nostri interrogatori.” Ancora fissando il muro, Trudy rispose … “Non dovremmo parlarne.” Riley era stupita dalla voce severa e fredda di Trudy. “Trudy, non penso che sia vero, almeno non più. Hintz non mi ha detto nulla del genere.” “Mettiti a dormire” l’amica replicò. Le parole di Trudy colpirono duramente Riley. E improvvisamente, per la prima volta, Riley sentì le lacrime agli occhi, e un singhiozzo emerse dalla sua gola. Era già abbastanza brutto che Rhea fosse stata brutalmente assassinata. Adesso la sua migliore amica era arrabbiata con lei. Riley si mise sotto le coperte. Le lacrime le scesero lungo il viso, mentre qualcosa cominciò a incombere su di lei … La sua vita era stata cambiata per sempre. Ma non riusciva nemmeno a immaginare come.
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