CAPITOLO V Il “quid obscurum” delle battaglie Tutti conoscono la prima fase di questa battaglia: un inizio torbido, incerto ed esitante, minaccioso per ambo gli eserciti ma più per gli inglesi che per i francesi. Era piovuto tutta la notte e il terreno era stato sconvolto dall’acquazzone; qua e là, l’acqua raccolta in pozzanghere come tinozze, tanto che in certi punti i carriaggi dell’artiglieria s’immergevano fino agli assi. I sottopancia dei cavalli gocciolavano di fango liquido, e se le spighe di grano e di segala abbattute da quella fila di carri in marcia non avessero colmato le carreggiate e fatto un letto sotto le ruote, qualunque movimento, in particolare nelle vallette dalla parte di Papelotte, sarebbe stato praticamente impossibile. La faccenda incominciò tardi. Abbiamo spi