Caleb Devo lottare per ritrasformarmi in forma umana quando torno alla mia baita, e appena ci riesco mi ritrovo un’erezione dura, delle dimensioni della torre Eiffel. Bene. Ora sono sveglio. E non è ancora neanche primavera. Dato che ho ancora addosso la neve e la terra della foresta, vado verso la doccia. Mentre l’acqua scorre sul mio corpo, cerco di non pensare a quella ridicola scienziata umana che mi fissava come se fossi stato una specie di divinità. Al modo in quelle labbra piene si sono mosse attorno alle parole quanto sei bello. Bello? Neanche da lontano. Io sono oscurità e disperazione. Un orso formidabile. Un uomo patetico. E molto spesso una via di mezzo tra le due condizioni: né uomo né orso, ma qualcosa di malato, crudo e consumato. Ma non riesco a cancellare l’immagi