Capitolo VII Biagio Balestrini, cacciando urla, sghignazzate e pianti disperati, spiccò un balzo di molte braccia e finì dentro a un falò che, come tutti i giorni, era stato acceso dal municipio sulla via perché se ne attingesse per i fuochi domestici. Monsignor Micheli, l'esorcista e noi tutti, che gli avevamo arrancato dietro, rimanemmo come pietrificati per un momento. Fu il vescovo a gridare: "Presto, presto! Acqua per spengere le fiamme!" L'uomo vi stava bruciando, all'apparenza senza dolore fisico e per nulla tentando di uscire da quelle vampe. Quando il fuoco fu spento, era ormai carbonizzato. Nelle ore precedenti, durante il tragitto in carrozza da Roma a Pampepato, con noi l'esorcista e il Ponzinibio, monsignor Micheli aveva rievocato il lontano antefatto di quella possessione.