Nascondino
Nascondino
La Follia decise un giorno di invitare molti dei suoi amici alla sua festa di compleanno. Dopo la torta e lo spumante, la Follia propose di giocare a nascondino.
«Cos'è nascondino?» – domandò la Curiosità. «Nascondino è un gioco! Io conto fino a cento e voi tutti vi nascondete. Quando avrò finito, inizierò a cercarvi e il primo che troverò sarà il prossimo a contare. Se l’ultimo di voi che è nascosto farà tana libera tutti, conterò nuovamente io» – rispose la Follia. Accettarono tutti ad eccezione dell’Accidia. La Follia quindi cominciò a contare ed il gioco ebbe inizio. La Fretta si nascose per prima, dove le capitò. La Codardia se l’era già data a gambe elevate da un pezzo. La Timidezza si mise dietro l’albero più vicino. La Dolcezza si distese su un campo di canne da zucchero. Il Divertimento corse ai giochi del giardino. La Passione era al settimo cielo. La Vergogna sotto terra. La Gioia in un sorriso. L’Orgoglio chiuso in sé stesso. La Sincerità disse a tutti che si sarebbe nascosta nella vite dietro casa. Il Narcisismo non riusciva a staccarsi dallo specchio cui era di fronte, mentre il Sesso s’infilò nel primo buco. La Tristezza e il Lamento piangevano perché non trovavano nessun posto in cui nascondersi. L'Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui, dietro una grossa siepe d’alloro. Nel frattempo, mentre i suoi amici si nascondevano, la Follia continuava a contare. La Cattiveria disturbava tutti quelli che stavano giocando. La Salute si nascose in un pesce. L’Offesa volò via. La Gola era ancora seduta a tavola a riempirsi la pancia di dolci e leccornie di ogni genere. L’Arroganza si occultò con la Presunzione dietro un grosso masso, ma entrambi erano solo rumorosi. L’Ira gesticolava, gridava, correva all’impazzata verso un improbabile nascondiglio. La Lussuria più che pensare a nascondersi cercava il Sesso. L'Insoddisfazione, non trovando nessun posto di suo gradimento, abbandonò il gioco. La Stupidità, cui non vi è limite, pensò di sottrarsi alla vista altrui rimanendo tra un carciofo e un pomodoro. L’Egoismo, una volta oltrepassato il ruscello, s’infilò in una grande e profonda grotta preoccupandosi solo che non entrasse nessun altro. La Carità si fermò a soccorrere la Povertà, che era inciampata nell’Avidità. La Superbia ostentante disprezzo verso tutti gli altri era ancora in collera perché voleva lei contare per prima. Bellezza e Intelligenza si nascosero nella mia ragazza… Ma quando mai? Il Coraggio, insieme con la Lealtà, si mossero impavidi attraverso impervi sentieri. La Fede in grazia di Dio raggiunse un eremo. Lì vi trovò anche la Serenità. La Saggezza, con la Calma, si nascosero sulla vetta di un’altura, da cui potevano vedere benissimo la Follia senza essere viste. Il Dubbio, nella perenne indecisione su dove nascondersi, rimase incastrato a cavallo di un ramo. La Forza si era scavata una caverna tra le rocce allontanando da sé la Debolezza, che cercò di raggiungere la Paura. La Furbizia pensò bene di starsene in silenzio dietro la Follia, in modo da ‘tanarsi’ subito, quando questa avesse terminato di contare. Il Rancore seguì la Vendetta, la Vendetta l’Odio e quest’ultimo si nascose in una potente arma di morte. La Speranza se ne andò così a farsi fottere. La Disperazione fu in preda al panico più totale, quando sentì che la conta era già arrivata a... «Cento!» – gridò finalmente la Follia. E cominciò a cercare. La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché chiaramente non aveva potuto impedire a sé stessa di uscire ben in vista, per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Fallito il proposito truffaldino della Furbizia ecco che, guardandosi intorno, la Follia vide il Dubbio, di seguito la Fretta, la Gioia, la Tristezza, il Narcisismo. Poi la Gola, l’Arroganza, la Superbia, l’Ira, l’Egoismo, il Sesso in compagnia della Lussuria e via tutti gli altri… Quando infine tutti furono riuniti. «Dov'è l'Amore?» – domandò la Curiosità. Nessuno l'aveva visto! La Follia riprese dunque la sua ricerca. Cercò in cima alla montagna, lungo il fiume, sotto le rocce, sugli alberi. Ovunque! Ma dell’Amore non vi era traccia. Finalmente vide un prato ricco di piante e bellissimi fiori colorati. Prese allora un bastone e cominciò a rovistare tra i rami. Ad un tratto sentì un grido! Era l'Amore. Una spina di rosa gli aveva forato un occhio. La Follia non sapeva cosa fare. Si scusò. Implorò l'Amore per averne il Perdono, lì anch’esso, ed arrivò persino a promettergli che l’avrebbe seguito ovunque e per sempre. L'Amore accettò! ‘L'Amore infatti è cieco e la Follia lo accompagna sempre’