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Capitolo I Ci sono azioni eroiche da compiere tutt’intorno a noi L’unico pensiero che avrebbe potuto allontanarmi da Gladys era l’idea di imparentarmi a un simile suocero. Un uomo certamente buono, il signor Hungerton, ma assolutamente privo di tatto e centrato solo sul proprio stupido ego. Nel suo intimo, sono convinto che lui credesse veramente che sarei venuto in visita, per tre giorni a settimana ai Chestnuts, solo per il piacere della sua compagnia e in modo particolare per ascoltare le sue opinioni sul bimetallismo ([1]), un argomento sul quale era ferratissimo. Quella sera, per più di un’ora, ascoltai il suo monotono cinguettio intorno al denaro cattivo che toglie il posto a quello buono, al valore nominale dell’argento, alla svalutazione della rupia e ai giusti titoli di cambio. “Supponga - gridava, con convinzione - che si ricapitolassero simultaneamente tutti i debiti del mondo e si facessero pressioni per un loro immediato p*******o. Cosa succederebbe, date le nostre attuali condizioni?” Gli dissi che ovviamente sarei stato un uomo rovinato. Lui balzò dalla sedia, mi rimproverò per la mia solita leggerezza, che gli rendeva impossibile discutere di qualsiasi argomento. Uscì dalla stanza e andò a vestirsi per recarsi ad un raduno massonico. Finalmente, con Gladys arrivò il momento della verità! Per tutta la sera mi ero sentito come il soldato che aspetta il segnale che gli permetta di partire per un’impresa disperata, mentre la speranza della vittoria e il timore della sconfitta si alternavano nella mia mente. Lei sedeva con quel suo altero e delicato profilo che si stagliava contro la tenda rossa. Quanto era bella! Eppure, quanto distante! Avevamo dato inizio alla nostra amicizia ed eravamo proprio dei buoni amici, ma non ero potuto andare oltre quello stesso cameratismo che avrei potuto stabilire con uno dei miei colleghi cronisti alla Gazette; ossia perfettamente franco, perfettamente gentile e perfettamente asessuato. I miei istinti erano stati frenati dalla sua franchezza: Gladys era a suo agio con me. Questo non può dirsi un complimento per un uomo. Quando nasce un effettivo sentimento, si alimenta anche un desiderio sessuale; ma timidezza e diffidenza accompagnano un’eredità di tempi immorali in cui amore e violenza si davano spesso la mano. Il capo chino, il distogliere gli occhi, la voce tremante, il fremere della persona: questi, e non lo sguardo impavido e la risposta franca, sono i veri segni della passione. Nella mia pur breve vita io avevo imparato tutto questo, o lo avevo ereditato in quella memoria della razza che chiamiamo istinto. Gladys abbondava di tutte le qualità femminili. Qualcuno la giudicava fredda e dura, ma un pensiero simile era un tradimento. La sua carnagione delicatamente abbronzata, quasi orientale nel colorito, i capelli corvini, i grandi limpidi occhi, le labbra rosse e carnose: queste erano le stigmate della passione. Solo che io ero tristemente cosciente di non aver mai trovato il coraggio per suscitarla. Stasera però, avrei chiarito i dubbi e le incertezze; meglio diventare un amante respinto che un fratello accettato. Stavo per rompere il lungo e imbarazzante silenzio, quando Gladys mi guardò con occhi critici, un sorridente rimprovero e disse: “Ho il presentimento che tu stia per farmi la dichiarazione, Ned. Vorrei tanto che non lo facessi, perché le cose stanno molto meglio così come sono.” Io avvicinai un po’ di più la mia sedia. “Ma, come hai fatto a sapere che stavo per farti la dichiarazione?” chiesi con genuino stupore. “Forse che le donne non lo sanno sempre? O credi che qualche donna fu mai colta alla sprovvista? Oh, Ned, la nostra amicizia così bella e piacevole, sarebbe un peccato rovinarla! Ti rendi conto di quanto sia splendido che un ragazzo e una ragazza riescano a parlare insieme da uomo a uomo, come abbiamo fatto noi?” “Non lo so, Gladys. Vedi, io posso parlare da uomo a uomo con... con il capostazione.” Non so come mai questo funzionario entrò nella mia discussione ma servì a farci ridere entrambi. Continuai: “Non mi basta affatto. Io voglio che le mie braccia ti cingano e che la tua testa sia sul mio petto e voglio...” Lei scattò in piedi e disse: “Hai rovinato tutto, Ned. Era così bello e naturale prima che subentrassero questi desideri. È un vero peccato. Perché non riesci a controllarti?” “Non li ho inventati io - protestai - è la natura. È l’amore!” “Beh, forse sarebbe diverso se fossimo entrambi innamorati. Io non lo sono mai stata.” “Ma tu devi! Con la tua bellezza, con la tua anima! Oh, Gladys, tu sei stata creata per amare! Tu devi amare!” “Uno deve aspettare finché ciò avvenga.” “Ma perché non puoi amarmi, Gladys? È il mio aspetto o che cosa?” Lei con posa china e graziosa si piegò un po’ verso di me, mi pose una mano sulla testa e la spinse indietro. Poi guardò la faccia con un sorriso insoddisfatto e disse: “No, non è questo. È qualcosa di più profondo.” “Il mio carattere?” Lei annuì severamente. “Cosa posso fare per emendarlo? Siediti e parliamone.” “No davvero, non lo farò.” “Se solo ti sedessi!” Lei mi guardò con una meravigliata diffidenza, e comunque, sedette. “Ora dimmi cosa c’è che non va in me.” “Sono innamorata di un altro.” disse. A mia volta saltai dalla sedia. “Non è nessuno in particolare, - spiegò lei, ridendo per l’espressione della mia faccia - solo un ideale. Non ho mai incontrato il tipo d’uomo che cerco.” “Parlami di lui. Com’è?” “Oh, potrebbe essere molto simile a te.” “Molto gentile da parte tua dirlo! Beh, cosa fa lui che io non faccio? Non hai che da chiedere. Astemio, vegetariano, aeronauta, teosofo, superuomo? Ci proverò, Gladys, se solo mi dessi un’idea di cosa ti piacerebbe.” Lei rise per la flessibilità del mio carattere. “Beh, in primo luogo non penso che il mio ideale parlerebbe così. Sarebbe un uomo più fermo, più rigido, non così pronto ad adattarsi a uno sciocco capriccio di ragazza. Ma soprattutto sarebbe un uomo che sapesse agire, che fosse capace di guardare la morte in faccia e non averne paura: un uomo dalle grandi imprese e dalle insolite esperienze. Non amerei un uomo, quanto piuttosto le glorie che egli sapesse conquistare, perché si rifletterebbero su di me. Pensa alla vita Richard Burton([2])! Quando ho letto la storia scritta dalla moglie ho capito quanto lo amasse. E Lady Stanley? Hai mai letto quel libro? C’è un meraviglioso ultimo capitolo su suo marito([3]). Quelli sono gli uomini che una donna può adorare con tutta l’anima, anche se è lei quella dei due che tutto il mondo onora di più in quanto ispiratrice delle nobili imprese.” Ammirando il suo entusiasmo, fui sul punto di recedere, ma tenni duro e risposi: “Non possiamo essere tutti Stanley o Burton. Inoltre, non ne abbiamo l’opportunità; almeno, io non l’ho mai avuta. Se l’avessi, proverei a sfruttarla.” “Ma le occasioni sono intorno a te. La caratteristica del tipo d’uomo che dico io è quella di crearsi da solo le opportunità. Non lo si può trattenere. Io non l’ho mai incontrato e tuttavia mi sembra di conoscerlo così bene. Ci sono azioni eroiche tutt’intorno a noi che aspettano di essere compiute. Spetta agli uomini compierle e alle donne serbare il loro amore come ricompensa per simili uomini. Guarda quel giovane francese che è partito la settimana scorsa in mongolfiera. C’era una bufera di vento, ma siccome era stata annunciata la sua partenza, lui insistette per partire. Il vento lo fece volar via per 1500 miglia in ventiquattro ore e lui cadde nel centro della Russia. Quello era il tipo d’uomo che dico. Pensa alla donna che amava e a quante altre donne devono averla invidiata! È ciò che io vorrei: essere invidiata per il mio uomo.” “Io lo avrei fatto per farti piacere.” “Ma tu non dovresti farlo soltanto per farmi piacere. Dovresti farlo perché non puoi farne a meno, perché è naturale per te; perché l’uomo che è in te reclama di esprimersi eroicamente. Ora, quando hai descritto il mese scorso lo scoppio nella miniera di carbone a Wigan, non saresti potuto andar giù ad aiutare quella gente, nonostante il grisou?” “L’ho fatto.” “Non l’hai mai detto.” “Non valeva la pena di strombazzarlo in giro.” “Non lo sapevo. - mi guardò con un po’ più d’interesse - È stato coraggioso da parte tua.” “Dovevo. Se vuoi scrivere un buon pezzo, devi andare sul posto.” “Che motivo prosaico! Mi pare che gli tolga tutto il romanzesco. Tuttavia, a prescindere dai tuoi motivi, sono contenta che tu sia andato in quella miniera.” Mi dette la mano, ma con tale dolcezza e dignità che non potei far altro che chinarmi e baciarla. “Suppongo di essere soltanto una stupida donna con fantasie da ragazzina. Nondimeno è tutto così vero per me; fa così completamente parte del mio essere, che non posso fare a meno di agire di conseguenza. Se mi sposerò, voglio assolutamente sposare un uomo famoso.” “Perché non dovresti? - esclamai - Sono le donne come te che danno forza agli uomini. Dammi un’occasione e vedrai che saprò coglierla! E poi, come dici tu, gli uomini dovrebbero costruirsi le loro occasioni e non aspettare che siano loro offerte. Guarda Clive([4]): un semplice impiegato che conquistò l’India. Perbacco! Farò anch’io qualcosa nel mondo!” Lei rise della mia improvvisa esuberanza irlandese. “Perché no - disse - tu hai tutto ciò che un uomo può avere: giovinezza, salute, forza, educazione, energia. Mi dispiaceva parlartene, ma ora sono contenta che questo riesca a risvegliarti simili pensieri. “E se lo farò...” La mano di Gladys si posò come caldo velluto sulle mie labbra. “Non una parola di più, signore. Lei dovrebbe essere in ufficio per il servizio serale già da mezz’ora, solo che io non ho avuto il cuore di ricordarglielo. Un giorno, forse, quando lei avrà conquistato il suo posto nel mondo, ne riparleremo.” E fu così che mi ritrovai in quella nebbiosa sera di novembre a inseguire il tram di Camberwell con il cuore che mi ardeva nel petto e con l’appassionata determinazione a non lasciar passare un altro giorno, senza aver trovato qualche impresa che fosse degna della mia dama. Ma chi avrebbe mai potuto immaginare la forma incredibile che quest’impresa avrebbe assunto, o gli insoliti passi che mi ci avrebbero condotto? Al lettore sembrerà che questo capitolo di apertura non abbia niente a che fare con la mia narrazione; tuttavia non avrebbe potuto esserci senza di esso, perché è solo quando un uomo esce nel mondo con l’idea che ci siano azioni eroiche da compiere che rompe, come feci io, con la vita conosciuta e si arrischia a inoltrarsi nella meravigliosa, mistica, remota terra dove si trovano le grandi avventure e le grandi ricompense. Guardatemi dunque, nell’ufficio della Daily Gazette, nel cui staff ero un’unità assolutamente insignificante, con la risoluta determinazione a trovare quella stessa sera, se possibile, la ricerca che sarebbe stata degna della mia Gladys! Era crudeltà, era egoismo, che lei mi avesse chiesto di rischiare la vita per la sua glorificazione? Pensate che simili idee possono venire solo a una persona di mezza età e non a un ardente ventitreenne nella febbre del suo primo amore?
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