Vae Victis!

139 Parole
Vae Victis! Ho sulla mia tavola una scheggia di granata che mi serve da fermacarte; e un bossolo di shrapnell, trasformato in portafiori. Questo libro, arma di guerra anch’esso, ormai non vuole più né offendere né ferire. Grido di battaglia un giorno, ora si trasmuta in una semplice storia d’amore, in un cantico di dolore e di pietà. Il fuoco è spento. Dove infuriarono le fiamme, passa con lieve ala il ricordo, muove a testa china il rimpianto. “Vae Victis!”… Oggi che si conoscono meglio vincitori e vinti, bisognerebbe forse scrivere un altro libro, con un altro titolo: “Vae Victoribus!...” Ma non al frale polso d’una donna s’addice tale compito. A lei meglio si conviene cospargere di lauri e di rose le sacre tombe dei nostri morti; e deporre anche sui sepolcri di coloro che ci furono nemici, il dolce ulivo e l’amaranto che non appassisce. ANNIE VIVANTI
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